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L’invecchiamento demografico ha modificato senza dubbio il mercato del lavoro, nell’ambito della domanda e dell’offerta di lavoro. In che modo?

Mercato del lavoro e invecchiamento: l’analisi di CDP

Il Gruppo CDP ha effettuato un’attenta indagine sul mercato del lavoro e sull’invecchiamento della popolazione, evidenziandone una correlazione. Secondo il report, l’Italia dal 2014 si è caratterizzata per una riduzione della popolazione, ma non solo. Allo stesso tempo, la popolazione italiana è anche invecchiata in modo progressivo. Un dato che si riflette sull’andamento del mercato del lavoro. Ma in che modo?

Si stima che il 2022 sia stato un anno molto particolare: per la prima volta in 150 anni di storia, infatti, nel nostro Paese, si sono registrate meno di 400.000 nascite. Il calo demografico rappresenta senza dubbio una grande problematica nell’ambito del mercato del lavoro. Sempre nello stesso anno, il 2022, il 41% delle assunzioni avrebbe incontrato molte difficoltà nel reperire i candidati. Un dato che si riflette sia nelle figure ben specializzate, sia in figure più “basiche”, nei profili meno qualificati.

Triste primato anche per la percentuale di residenti in Italia in età lavorativa che non risulta occupata: 35,5%. I giovani tra i 15 ed i 29 anni di età che, invece, non studiano e non lavorano sono ben il 23,2%.

Quali prospettive future per il mercato?

Secondo le analisi effettuate dal Gruppo CDP, il 2023 sembrerebbe andare leggermente meglio. Se è vero, infatti, che vi è il rischio concreto di andare incontro ad una contrazione tra i 2 ed i 2,4 milioni di lavoratori a bassa qualifica, è altrettanto vero che si sta andando incontro ad una crescita per ciò che concerne i lavoratori che hanno maggiori qualifiche. Si stima che questi siano, infatti, tra 1,1 milioni e 1,6 milioni. Rimane la necessità di allineare le competenze dei profili più qualificati con quelli che lo sono meno, al fine di ridistribuire al meglio le risorse nell’ambito del mercato del lavoro.

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