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Smart working: quali e quanti settori lo fanno ancora dopo il Covi – 19

Smart working, chi lo fa ancora

Il concetto di smart working è nato con la pandemia da Covid-19, ma non è stato totalmente abbandonato. Ovviamente, dopo il picco del 2021, la tendenza è diminuita. Tuttavia, vi sono ancora alcuni settori che lo praticano.

Nel 2022, ad esempio, la percentuale di lavoratori che ha svolta attività da casa è scesa di 2,6 punti in percentuale. Una diminuzione ulteriore è stata registrata nel 2023, in cui si è arrivati dal 12,2% al 12%. Nonostante il calo, possiamo vedere come esista una stabilizzazione del fenomeno a livelli di molto superiori rispetto a quelli pre-pandemici. E’ soprattutto il Centro Italia a fare ancora largo uso: con una percentuale che è del 15%. A seguire il Nord, con percentuali del 13,2% e il Sud Italia, con soltanto il 7,4%.

I settori in cui è attivo ancora

E’ stato ampiamente dimostrato come lo smart working sia una pratica più femminile rispetto al maschile, soprattutto in questo ultimo periodo. Trai settori in cui è ancora attivo, c’è sicuramente il settore della comunicazione e dell’informazione, con ben il 57,6% dei dipendenti che riescono tranquillamente a lavorare da casa. Altro ambito lavorativo importante è quello del mondo finanziario ed assicurativo che, comunque, mantiene una percentuale del 37,3%.

Smart working e face di età

Per quanto riguarda le fasce di età, si nota una prevalenza del lavoro da casa tra persone che hanno un’età compresa tra i 35 anni ed i 44 anni, con una percentuale del 13,3%. Se è vero che durante gli anni della pandemia, erano soprattutto i lavoratori di età superiore ai 60 anni a lavorare da casa (in quanto più vulnerabili ai possibili effetti del Covid), possiamo notare come dal 2022 questo dato sia largamente diminuito.

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