Gli attacchi hacker nelle PMI sarebbero sempre più in aumento. Cosa si può fare per difendersi? Ecco qualche consiglio corredato di alcuni dati.
Attacchi hacker in PMI: la situazione
Secondo il report Clusit 2024, gli attacchi hacker nelle PMI sono sempre più frequenti, soprattutto in Italia. Nel 2023, ad esempio, è stato rilevato un +12% rispetto all’annata 2022. Si tratta di un dato da considerare in modo particolare, proprio per i rischi non indifferenti che essi possono causare alle aziende ed alle pubbliche amministrazione. Inoltre, la sopracitata ricerca riporta come bel l’81% degli attacchi siano gravi o critici, con grosse conseguenze nella maggior parte dei casi. L’Italia sembra essere uno dei Paesi più colpiti: è la prima in Europa e la quarta classificata nel mondo.
Gli attacchi si concentrano nelle PMI pubbliche e private. Le conseguenze di tali operazioni possono essere molto gravi: si va dalla perdita di dati molto importanti al libero accesso di dati sensibili da parte di terzi, oltre a malfunzionamento di siti internet. Si stima, inoltre, che dal 2023, gli attacchi siano aumentati del 183%: una percentuale che fa molto riflettere.
L’importanza della cybersicurezza
Ma come possono difendersi le PMI dagli attacchi hacker? Come prima cosa, dobbiamo sempre stare attenti all’uso delle password. Mai usarne di troppo generiche. Inoltre, gli strumenti di sicurezza da tenere sempre sono gli antivirus e gli antimalware, che possono impedire l’accesso a migliaia di virus. Ancora, dobbiamo cercare di contenere il cosiddetto phishing. Si tratta del saper distinguere email vere da quelle fraudolente. Le grafiche sono simili, ma mai identiche a quelle reali. Inoltre, gli enti non chiedono mai di inviare dati sensibili o credenziali: ciò rende più facile la tutela dagli attacchi informatici.
Molto importante è affidarsi a software avanzati e/o esperti in cybersicurezza, magari chiedendo un parere anche agli esperti del settore. In tal modo sarà più possibile tutelare database, piattaforme e dati sensibili.
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