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Il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva UE sulla trasparenza dei salari. Proposta dalla Commissione nel marzo 2021, la direttiva dovrà ora essere formalmente adottata dagli Stati membri e recepita nel diritto nazionale entro tre anni dall’entrata in vigore.

Cosa cambia con l’approvazione della Direttiva UE

La direttiva mira a rendere le retribuzioni più trasparenti obbligando le imprese con più di 100 dipendenti a segnalare e correggere le loro disparità salariali, nel tentativo di ridurre il divario retributivo di genere, che in Europa attualmente si attesta al 12,7%.

I datori di lavoro dovranno adottare misure correttive se il divario retributivo supera il 5% senza giustificazioni, mentre i dipendenti avranno il diritto di accedere a dati disaggregati per sesso sullo stipendio e conoscere i criteri utilizzati per definire gli aumenti salariali, che dovranno essere neutri dal punto di vista del genere.

La direttiva garantirà inoltre alle persone in cerca di lavoro l’accesso alle informazioni sulla fascia retributiva delle posizioni per cui si candidano, mentre i datori di lavoro non potranno chiedere informazioni sulla loro precedente retribuzione, limitando la possibilità che la loro storia salariale influenzi la retribuzione offerta ai candidati.

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Questa direttiva comporterà importanti cambiamenti nel modo in cui le aziende parlano di retribuzione internamente ed esternamente, ed alcune aziende potrebbero persino dover adeguare le loro strutture retributive. I datori di lavoro dovranno fornire maggiori informazioni sui salari e sui criteri utilizzati per determinare la retribuzione agli attuali dipendenti e ai candidati al lavoro. Quindi, dovranno misurare e pubblicare il divario retributivo tra lavoratori di sesso maschile e femminile (aggiustato per fattori oggettivi). La direttiva UE causerà un grande cambiamento.

Salari: colmare il divario di genere

In base alle nuove norme sulla trasparenza dei salari, la discriminazione intersettoriale sarà considerata un fattore aggravante. E’ previsto che gli Stati membri definiscano sanzioni in caso di mancato rispetto del principio della parità di retribuzione, mentre i lavoratori avranno diritto ad un risarcimento se le imprese non rispettano gli obblighi in materia di parità retributiva.

L’adozione della direttiva sulla trasparenza retributiva è un passo significativo verso la lotta al divario retributivo di genere nell’Unione europea e un passaggio importante nella direzione di una maggiore indipendenza economica e finanziaria delle donne. Perché il provvedimento divenga effettivo, è necessaria ora l’approvazione del Consiglio Europeo. In seguito al via libera, gli Stati membri dell’UE avranno tempo tre anni per recepire la direttiva e adeguarsi.

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