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La start up israeliana Remilk, nota per la sua produzione di latte sintetico, ha ricevuto l’approvazione per la commercializzazione dei suoi prodotti in Canada, come riportato da The Times of Israel. Health Canada, ente governativo canadese responsabile della sanità pubblica, ha rilasciato una “lettera di non obiezione” che apre le porte al mercato nordamericano per il latte e altri derivati caseari sintetici dell’azienda. Questi prodotti, realizzati mediante la proteina beta-lattoglobulina ottenuta attraverso un processo di fermentazione di precisione, sono privi di lattosio, colesterolo e ormoni della crescita e includono gelato, yogurt e formaggio cremoso.

Il Canada si unisce agli Stati Uniti, Singapore e Israele nella lista dei mercati extraeuropei che hanno dato il via libera al latte sintetico di Remilk. Negli USA, la Food and Drug Administration aveva già riconosciuto la sicurezza del prodotto per il consumo umano. Ori Cohavi, cofondatore e direttore tecnico di Remilk, ha sottolineato l’importanza di queste approvazioni normative per rassicurare l’industria e i consumatori sulla qualità della loro proteina. Aviv Wolff, cofondatore e CEO di Remilk, ha espresso orgoglio nell’essere i primi a entrare nel mercato canadese e ha anticipato una stretta collaborazione con le principali aziende alimentari del Paese.

La società ha anche avviato negoziati non ancora divulgati in Europa e aveva pianificato di costruire la più grande fabbrica di latte prodotto con fermentazione di precisione in Danimarca, prima che il progetto fosse temporaneamente sospeso.

Tuttavia, nonostante le approvazioni, permangono dubbi e preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’impatto ambientale dei prodotti alimentari sintetici. European Livestock Voice, un collettivo europeo attivo nel settore zootecnico, ha evidenziato come il latte sintetico potrebbe diventare un’alternativa al latte tradizionale, anche se meno noto rispetto a carne e pesce coltivati in laboratorio. Ci sono preoccupazioni sulla natura ingegnerizzata di questi alimenti e sulla loro valutazione come prodotti farmaceutici.

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La FAO ha anche elencato potenziali rischi per la salute umana legati a questi alimenti, inclusi l’uso di ormoni, la deriva genetica e la proliferazione di cellule cancerogene. Inoltre, il controllo del settore da parte di poche multinazionali solleva questioni economiche e rischi per la democrazia economica e alimentare.

Inoltre, studi recenti hanno messo in dubbio l’effettiva sostenibilità ambientale di questi prodotti, con emissioni di CO2 per la carne coltivata in laboratorio che superano quelle della produzione convenzionale. Queste scoperte rappresentano un importante ostacolo per l’accettazione e la diffusione degli alimenti sintetici.

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