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Che i soldi non facciano la felicità è probabilmente vero, ma è altrettanto inconfutabile che siano un potente rilassante. Nel nostro mondo dominato dalla cultura capitalistica, il denaro è diventato una pietra angolare della struttura sociale ed economica. Quel che conta però è riuscire a mantenere il giusto equilibrio e non farsi travolgere dal suo fascino.

Chi è schiavo del denaro fa morire di fame tanta gente” ha detto Papa Francesco e non di rado questa maledizione si ripercuote sulla famiglia il cui benessere, si sa, deriva principalmente dall’essere più che dall’avere. In molte famiglie che non possiedono una casa propria, che non vanno in vacanza in destinazioni esotiche, che escono di rado per la pizza e che non badano troppo ai brand nel vestire, regna una pace e una serenità invidiabile. È semplicemente una questione di attribuzione di valore ai valori e di controllo delle ambizioni individuali soppesando attentamente, nelle scelte, costi e benefici.

I suggerimenti del manuale della felicità:

Nel manuale della felicità, infatti, viene suggerito di attribuire una propria scala gerarchica ai valori distinguendo principalmente tra quelli di tipo economico da quelli morali, tenendo a mente alcune precisazioni. Seguendo i primi si è soggetti a molteplici condizionamenti esterni con traguardi che di norma si allontanano man mano che si tenta di avvicinarsi, mentre nel perseguire i secondi siamo noi a stabilire le regole del gioco e gli obiettivi da raggiungere.

Precisato che, tanto per rimanere aderenti alla realtà, negare l’importanza del denaro è una palese assurdità, ciò che conta realmente è considerarlo per quello che è, ovvero un mezzo e non un fine. Le ricerche del demografo americano Richard Easterlin svolte a metà degli Anni 70 dimostrano che, fino ad un certo punto, il passaggio di un paese dalla povertà ad uno stato di benessere superiore, tipico dei primi decenni del dopoguerra, si trascina un parallelo incremento della felicità individuale. Superata però una certa soglia, non troppo lontana dalla soddisfazione dei bisogni primari, l’ulteriore incremento di ricchezza non prevede altrettanto incremento del grado di felicità, ma piuttosto attacchi d’ansia generalizzata.

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La percezione della felicità nella società italiana:

L’ipotesi è confermata da una ricerca del Censis che rileva la percezione della felicità nella società italiana di oggi. Nonostante un benessere diffuso il contesto sociale è percepito come ostile con più del 50 per cento dei cittadini sotto stress che combattono costruendosi un piano di micro felicità quotidiane: una piccola vacanza, la cena in un certo ristorante rinomato, l’acquisto di un bene costoso da esibire. Anche in ambito social, una importante cartina di tornasole per la misurazione della felicità dei cittadini, rilevando in vari contesti la frequenza di determinate parole quali rabbia, tristezza, soddisfazione, gioia, si ottiene una valutazione del grado di benessere psicologico generale tutt’altro che rassicurante.

PIL, indicatore imperfetto il benessere economico

È ormai consolidato a livello internazionale che gli indicatori di performance delle misure adottate a livello politico dai vari paesi tendano sempre più ad allontanarsi dal vecchio PIL considerato ormai un indicatore imperfetto. Crescita economica, qualità dell’educazione, utilizzo di energie rinnovabili, uguaglianza di genere ed altri indicatori, i cosiddetti SDGs o il Bes (Benessere equo e solidale) adottato per prima dall’Italia tra le nazioni dell’Unione Europea nella sua programmazione economica, stanno diventando i riferimenti principali per lo sviluppo delle varie politiche nazionali. Una volta tanto un bel record per il nostro paese. Che l’epoca della pubblicità che alimenta il desiderio d’acquisto di beni non necessariamente utili e che ci istilla in aggiunta un convincente sistema di autocompiacimento, sia alla frutta? Molto improbabile, ma almeno sappiamo che più ci allontaniamo dallo stress del consumismo, del must have e dello status symbol, più ci avviciniamo a stadi di concreta soddisfazione interiore generatrice della vera felicità. Anche queste possono essere scelte di benessere.

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