Il Bonus Maroni prevede di poter posticipare la pensione con Quota 103, ottenendo un aumento dello stipendio netto. Ecco come funziona.
Bonus Maroni: come funziona
Attraverso il Bonus Maroni sarà possibile avere un incentivo che si rivolge ai lavoratori in possesso di requisiti per la pensione con Quota 103 che scelgono di continuare a lavorare. In questo modo, avranno così un aumento della loro retribuzione netta in busta paga, proprio perché non sarà necessario versare la quota di contributi INPS.
Questo incentivo è previsto dalla Legge di Bilancio 2023 e si rivolge ai lavoratori che, quindi, hanno maturato i requisiti per andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi. Lo sgravio contributivo ammonta al 9% del totale dei contributi da versare. La corrispondente somma dovuta, quindi, a titolo di contribuzione a carico del lavoratore, non sarà destinata all’ente di previdenza ma farà parte dello stipendio netto del lavoratore. Il Governo ha previsto che le entrate contributive ammonteranno a 10,4 milioni di euro per ciò che concerne il 2023, mentre ammonteranno a 21,8 milioni di euro nel 2024.
I dettagli dell’incentivo ai lavoratori
Per chi decide, quindi, di ritardare l’accesso alla pensione, è prevista la possibilità di ottenere uno stipendio più cospicuo. L’esonero contributivo riguarda la quota dei contributi dovuti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti, nonché alle forme sostitutive di essa ed è pari al 9,19%.
Nel momento in cui andrà in pensione, il lavoratore avrà dunque un assegno più basso. Non cambierà, invece, niente per ciò che riguarda il datore di lavoro, che dovrà continuare a versare all’INPS una quota di contribuzione a carico suo. Questa ammonta al 23,81% della retribuzione pensionabile che viene erogata al lavoratore dipendente.
Si ricorda, in ogni caso, che il bonus non è automatico. Per poterlo ottenere, il decreto attuativo indica che il lavoratore deve necessariamente inviare un’apposita domanda all’INPS. Sarà lo stesso ente, entro 30 giorni al massimo, a dover certificare al lavoratore la maturazione dei requisiti necessari ed inviare poi una comunicazione al datore di lavoro.