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Gli omaggi aziendali sono ormai una pratica molto diffusa, sia che si tratti di omaggi a clienti o ai propri dipendenti. Entrambe possono essere un beneficio per l’azienda, ma possono essere anche tassati: ecco tutti i dettagli.

I regali aziendali, dai cesti natalizi a vari gadget, rappresentano una pratica diffusa, ma la loro gestione fiscale è complessa. Recentemente infatti, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che gli omaggi ai dipendenti sono soggetti a tassazione anche se hanno semplicemente scopi promozionali.

Omaggi ai dipendenti: cosa dice l’Agenzia delle Entrate

La Risposta n. 89 dell’Agenzia ha trattato il tema, evidenziando che gli omaggi promozionali, di fatto, costituiscono reddito imponibile per i lavoratori. Questo è stato detto in risposta ad un’azienda del settore del caffè che offriva omaggi, come ad esempio bevande aziendali e merchandising.

Nonostante l’azienda avesse scopi promozionali, l’Agenzia dichiarato che gli omaggi rappresentano un arricchimento per i dipendenti e di conseguenza contribuiscono al loro reddito imponibile.

Fringe benefit: le norme fiscali

Le norme fiscali italiane delineano le regole per i fringe benefit, che includono esenzioni fino a una certa soglia. Tuttavia, superato il limite, gli omaggi diventano tassabili.

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Un punto chiave è il ruolo del contratto, che può influenzare la tassazione degli omaggi. Se l’omaggio è vincolato a fini pubblicitari, può essere esente da tassazione per il dipendente. ( Qui avevamo parlato dei fringe benefit relativo al bonus benzina)

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto nuovi limiti per i benefit aziendali, portando la soglia di esenzione a 1.000 euro, estendibile a 2.000 euro per i dipendenti con figli.

In sintesi, gli omaggi aziendali possono influenzare il reddito imponibile dei dipendenti, ma ci sono limiti di esenzione da considerare.

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