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Il Fondo Straordinario Editoria permette di godere di finanziamenti da parte di imprese editrici di emittenti televisive oppure radiofoniche. Ecco come funziona.

Fondo Straordinario Editoria: come funziona?

Il DPCM datato 28 settembre prevede un contributo a fondo perduto per complessivi 35 milioni di euro, nell’ambito dell’anno 2022. Si tratta di un incentivo per investimenti orientati all’innovazione tecnologica ed alla transizione digitale, nel settore dell’editoria sia televisiva che radiofonica. Non solo: è destinato anche alle imprese editrici di quotidiani e di periodici, nonché alle agenzie di stampa.

Il fondo straordinario ha come obiettivo quello di andare a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, di nuova costituzione e non, purché siano orientate all’innovazione tecnologica ed alla transizione digitale. Dovranno anche essere orientate, ad esempio, all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media, così come nel sostegno alle ristrutturazioni aziendali, agli ammortizzatori sociali.

Requisiti e termini per ottenere il finanziamento

Le domande potranno essere presentate a partire dal 7 novembre 2023 e fino all’11 dicembre 2023, attraverso il portale online del sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per ciò che concerne i contributi riferiti all’anno 2022. La piattaforma informatica ancora non è attivata, ma lo sarà a breve.

Diversa la procedura per ciò che riguarda le agenzie di stampa , che potranno presentare la domanda a partire dal 1° dicembre 2023 e fino al 20 dicembre 2023, attraverso la procedura disponibile sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Il contributo sarà concesso nella misura del 70% delle spese sostenute e documentate, sotto forma di rimborso, entro i limiti dei rispettivi stanziamenti. Le risorse disponibili sono così suddivise: 10 milioni di euro a fornitori di servizi di media audiovisivi nazionali, con esclusione di programmi di televendite; 10 milioni di euro destinati a investimenti di fornitori di servizi di media locali. Ancora, 7,5 milioni per investimenti dei titolari di concessioni radiofoniche e  7,5 milioni di euro agli investimenti delle imprese editrici di giornali e periodici e delle agenzie di stampa.

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