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Anche per il 2023 sarà previsto il Bonus POS, il credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti elettronici.

Bonus POS 2023: che cos’è

Anche per il 2023 sarà previsto il cosiddetto “Bonus POS”, cioè un credito d’imposta sulle commissioni per le transazioni che vengono effettuate con pagamenti elettronici, sia per le imprese che per le Partite Iva. L’accesso al bonus non avrà scadenza, quindi le imprese e le Partite Iva avranno la possibilità di richiedere tale beneficio in ogni momento, a condizione di aver maturato nell’anno precedente compensi e ricavi non superiori ai 400.000 euro. Si stima che i pagamenti digitali stiano aumentando sempre di più: nel 2022, infatti, sono aumentati dal 29% al 33%.

Dopo alcune ipotesi riguardanti l’abolizione dell’obbligo, anche per quest’anno essere muniti di questo strumento elettronico, al fine di favorire pagamenti tracciabili, risulterà obbligatorio sia per esercenti che per partite Iva che offrono beni e servizi. In caso contrario, si potrà andare incontro a sanzioni. La normativa è in vigore dal 2022 e fa parte del Decreto Aiuti Quater.

A tal proposito, le sanzioni ammontano a 30 euro a transazione, più un 4% del valore della singola transazione. Esistono, in ogni caso, delle misure di compensazione, come noto, cioè delle agevolazioni per esercenti e Partite Iva che mettono a disposizione tale metodo di pagamento per i propri clienti. Queste agevolazioni prendono il nome di credito di imposta e sono calcolate sul costo delle commissioni.

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Credito d’imposta su commissioni POS: a quanto ammonta

Il credito d’imposta è del 30% sulle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con pagamenti tracciabili, cioè con strumenti di pagamento elettronici con POS, del calibro di carte di credito, carte di debito, prepagate. Possibile che venga, inoltre, introdotto un contributo del 100% sul costi per l’acquisto del dispositivo POS, con un limite massimo di 50 euro, al fine di dotare di questo strumento di pagamento tutte le attività, anche quelle più piccole che possono rimanerne sprovviste ed essere, quindi, soggette a sanzioni.

I costi dei dispositivi POS non sono, infatti, tutti uguali: variano in base alla tipologia e alle funzionalità che hanno. Esistono fissi e portatili, con diversi contratti sottoscritti. La percentuale viene calcolata sul totale di ogni singola transazione.

Il credito d’imposta è richiedibile da tutti i professionisti dotati di Partita Iva, esercenti, commercianti, imprenditori ed artigiani, indipendentemente dal tipo di attività che svolgono e dal regime fiscale che hanno adottato. L’unico requisito necessario è, come dicevamo precedentemente, il non aver superato 400.000 euro di ricavi durante il 2022.

Come richiedere il bonus POS 2023

Il bonus POS 2023 sarà possibile richiederlo sia autonomamente che attraverso l’aiuto di un professionista. Sarà necessario inviare all’Agenzia delle Entrate un’apposita comunicazione entro il ventesimo giorno del mese successivo ai pagamenti, che contenga informazioni su tutti i pagamenti e sul credito. È, inoltre, possibile usare il credito in compensazione con il modello F24, utilizzando il codice tributo 6916. Il sostegno in questione potrà essere ricevuto a partire dal mese successivo.

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