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News per ciò che riguarda l’E-Commerce. Dal gennaio 2024 entreranno in vigore nuove norme per contrastare le frodi IVA.

E-Commerce e Frodi Iva: cosa succederà?

A partire dal gennaio 2024, verrà recepita la già nota direttiva UE 2020/284, che prevede il contrastare le frodi IVA nell’ambito dell’e-commerce, soprattutto nel settore delle transazioni transfrontaliere. Il provvedimento dispone l’obbligo di andare a comunicare le informazioni relative ai servizi di pagamento. Ma chi sono i soggetti obbligati nel fare ciò? Tra questi, ricordiamo, rientrano i prestatori di servizi di pagamento dell’Italia e degli Stati membri, ma solamente per i servizi di pagamento per cui l’Italia è Paese ospitante in questo ultimo caso.

Le comunicazioni avranno una cadenza trimestrale. Il primo termine da rispettare è quello del 30 aprile 2024, per ciò che riguarda il primo trimestre. L’invio delle documentazioni dovrà essere fatto entro l’ultimo giorno del mese successivo al termine del trimestre.

Dati e modalità di comunicazione

Ma quali sono i dati che devono essere comunicati dai soggetti obbligati? Questi riguardano il BIC, l’IBAN o un altro identificativo che permetta di capire chi è il beneficiario, il nome o la denominazione commerciale del beneficiario, il numero di identificazione IVA o codice fiscale nazionale, l’indirizzo del beneficiario, i dettagli dei pagamenti transfrontalieri e quelli dei rimborsi dei pagamenti transfrontalieri.

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I prestatori di servizi dovranno comunicare all’Amministrazione finanziaria tutti questi dati, conservando dettagliatamente i registri riguardanti le transazioni transfrontaliere. Gli invii, invece, dovranno essere effettuati attraverso il SID, acronimo di Sistema di Interscambio Dati. Per vedere se la procedura è fatta nel modo corretto deve risultare l’esito positivo della consegna, cioè la ricevuta di accoglimento del file in questione, per potersi considerare l’operazione conclusa con buon esito.

Una volta compiuta questa operazione, i dati inviati verranno mandati ai sistemi della Commissione Europea, che faranno ulteriori controlli. Verrà poi tutto trasmesso alla banca dati europea CESOP, che a sua volta avrà il compito di analizzare i dati ricevuti relativi ai pagamenti.

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