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Dopo l’ultima impennata del costo del carburante che da mesi va avanti sia in Italia che all’estero, i Paesi produttori di petrolio hanno deciso di trovare un accordo per frenare questa tendenza.

L’incremento

La tendenza degli ultimi mesi infatti, aveva portato la benzina ad un rialzo del 17,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre è salito del 16,8% per il diesel.

Secondo Codacons, l’incremento registrato equivale ad un aumento della spesa media delle famiglie pari a 295 euro.

In Italia infatti, il costo del carburante ha raggiunto un picco mai registrato negli ultimi tre anni, portando nel mese di giugno, il prezzo della benzina a 1,65 euro al litro e 1,508 euro a litro per il diesel.

L’accordo

La crescita della domanda di petrolio ha portato come conseguenza ad un’intesa della produzione che mette un punto allo scontro tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

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Dopo settimane di benzina a prezzi record, il cartello dei paesi produttori ha deciso a partire da agosto, di aumentare la produzione di circa 2 milioni di barili al giorno al fine di soddisfare la domanda.

L’accordo con validità fino al termine del 2022, punta a scongiurare la guerra dei prezzi che ha registrato livelli record negli ultimi mesi.

Stop al rialzo prezzi benzina

Nel corso della pandemia per effetto del lockdown e delle misure di restrizione, i Paesi produttori avevano ridotto la produzione di petrolio di circa 10 milioni di barili, per poi tornare alla normale produzione con la riapertura dell’economia mondiale.

A fronte di questa decisione, sono attualmente presenti circa 6 milioni di barili bloccati che dovrebbero essere nuovamente messi sul mercato entro la fine del 2022.

Quindi, dopo due settimane di trattativa, la riunione dell’Opec ha preso atto dei segni di miglioramento della domanda di petrolio, mettendo fine ad un nuovo possibile rialzo dei prezzi grazie all’aumento dell’offerta.

Nei prossimi mesi

Nonostante l’accordo, molti analisti dubitano che con l’aumento dell’offerta si riesca a soddisfare completamente la domanda di petrolio, rischiando di veder aumentare nuovamente i prezzi. Per ora però, l’ascesa è finita e si spinge al ribasso, con il petrolio che scende dello 0,91% .

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