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Dopo la stangata della BCE, il tasso variabile rispetto a quello fisso torna ad essere più conveniente. Ecco perché

Recentemente, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un ulteriore aumento dei tassi d’interesse, con un incremento del 0,25. Una chiara conferma della sua costante attenzione all’obiettivo di contenere l’inflazione. Questo incremento rappresenta un nuovo massimo. La presidente della BCE, Christine Lagarde ha dichiarato che il mantenimento di questi livelli di tassi per un periodo prolungato aiuterà a contribuire il raggiungimento dell’obiettivo di controllo dell’inflazione.

Aumentano i tassi

Nonostante l’ennesimo aumento dei tassi, per molti potrebbe essere accolta con certo ottimismo da tutti coloro, che attualmente stanno ripagando un mutuo legato all’andamento dell’Euribor. Negli ultimi 13 mesi, le rate sono aumentate, con un incremento medio del 70% e addirittura picchi superiori al 100%. Tuttavia, sembra che si stia avvicinando il momento culminante di questi rialzi, nonostante l’Euribor sia previsto raggiungere il 4% stabilito dalla Banca Centrale Europea.

Non è un caso che i contratti future, che prevedono l’andamento dell’Euribor a 3 mesi nei prossimi anni, abbiano mostrato un miglioramento. Prima delle dichiarazioni di Lagarde, questi contratti proiettavano un tasso Euribor al 3% nel 2025, ma da ieri questa previsione è scesa al 2,8%.

Le conseguenze dell’aumento dei tassi

Se il 4% sembra rappresentare un livello massimo al momento, un elemento importante da considerare è il prezzo del petrolio, che è salito a 90 dollari al barile.

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Nonostante questa situazione, l’obiettivo principale della BCE rimane sempre lo stesso. La BCE dispone comunque di strumenti per limitare la domanda aggregata al fine di controllare le pressioni inflazionistiche. Questa notizia sarebbe un grande sollievo per coloro che hanno visto le loro rate di mutuo aumentare di 450 punti base in questi mesi.

Le previsioni nel medio periodo, meglio il tasso variabile

Al momento, questa situazione sembra destinata a cambiare, soprattutto a partire dalla prima metà del 2024, quando si prevede che gli indici Euribor diminuiranno.

Questo potrebbe avvenire con lo spread applicato dalle banche sulle loro offerte di mutuo, chiaramente questo dovrebbe correggere la situazione attuale in cui i mutui a tasso fisso, che includono un’assicurazione.

Il Sole 24 Ore in un articolo in cui viene citato Stefano Rossini, CEO di MutuiSupermarket.it, è possibile che nei prossimi 12-24 mesi il mercato si adegui a questa anomalia e che i mutui a tasso variabile tornino a costare meno dei mutui a tasso fisso, con uno sconto compreso tra 40 e 100 punti base.

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