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La tempesta finanziaria che avvolge il colosso immobiliare di René Benko, Signa Real Estate Management Germany, si aggrava. Secondo le ultime informazioni riportate dal giornale tedesco Spiegel, l’azienda ha ora depositato una richiesta formale di fallimento presso il tribunale distrettuale di Berlino Charlottenburg.

La richiesta riguarda una filiale tedesca di Signa Prime Selection, un gioiello del patrimonio di Benko, che è una delle figure di spicco nel settore immobiliare. Il quotidiano austriaco Der Standard ha rivelato che potrebbe esserci un’altra richiesta di fallimento per il Gruppo Signa in arrivo già martedì prossimo.

Nel frattempo, la banca svizzera Julius Baer ha emesso una dichiarazione in cui sottolinea di aver preso misure per tutelare i suoi interessi. In particolare, la banca ha messo da parte 70 milioni di franchi per coprire la “più grande esposizione singola” nel suo portafoglio di prestiti privati, che ammontano a un totale di 606 milioni di franchi.

I prestiti sono stati concessi “a diverse entità all’interno di un conglomerato europeo non identificato”, con garanzie legate al settore immobiliare commerciale e al mercato dei beni di lusso. Nel caso peggiore di una perdita totale su questo portafoglio di prestiti, la banca ha rassicurato che il suo rapporto di leva CET 1 rimarrebbe superiore al 14%, e la banca “continuerebbe a generare profitto”, secondo la dichiarazione.

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Alla luce delle crescenti preoccupazioni, vari media hanno evidenziato le potenziali ripercussioni che la crisi di Benko e del gruppo Signa potrebbero avere su Julius Baer. Secondo il portale Inside Paradeplatz, l’imprenditore austriaco e le sue società hanno ottenuto prestiti per oltre mezzo miliardo di franchi da Julius Baer, finanziando l’acquisto dei grandi magazzini Globus da parte di Benko e dei suoi partner tailandesi.

Di fronte a queste notizie, Julius Baer cerca di rassicurare i suoi azionisti riguardo alla sua esposizione creditizia nei confronti della holding Signa. Il CEO Philipp Rickenbacher ha dichiarato che la banca con sede a Zurigo “è molto ben capitalizzata”, con un rapporto CET 1 Tier 1 del 16,1% a fine ottobre.

Nell’affrontare l’attuale clima di incertezza, Rickenbacher ha annunciato che il gruppo rivedrà i suoi prestiti a individui con un patrimonio netto elevato. Questo segue l’avvertimento della banca la scorsa settimana che l’utile netto di quest’anno sarebbe stato inferiore a quello del 2022, a causa di un aumento negli accantonamenti sui prestiti di 82 milioni di franchi e di un aumento dell’aliquota fiscale.

Nonostante le sfide, Julius Baer ha ribadito l’obiettivo di restituire agli azionisti circa la metà dell’utile netto rettificato, con un dividendo per azione previsto almeno paragonabile a quello dell’anno precedente.

Fondato nel 1890 e quotato alla Borsa svizzera dal 2005, Julius Baer è un gigante nel private banking. Con uffici in 12 località svizzere, tra cui Lugano e St. Moritz, e una presenza globale, Julius Baer rimane un punto di riferimento nel settore finanziario globale.

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