Approvato il DEF 2023, il Documento Economia e Finanza. Vediamo quali sono tutte le novità in questo ambito.
DEF 2023: le principali novità
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il DEF 2023, il Documento di Economia e Finanza che rappresenta il dossier sulle misure finanziarie pianificate dal Governo e presentate il 10 aprile. Il documento viene ogni anno redatto per la trasparenza delle azioni che il Governo intraprende per il nostro paese ed intende programmare le azioni finanziarie e di bilancio. Secondo il DEF 2023, viene confermata la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano fino al 2026, sulla base di alcune stime. Secondo le stime, infatti, il PIL dovrebbe crescere dell’1,4 nel 2024, passando all’1,3% nel 2025 e al 1,1% nel 2026. Dal calcolo del Prodotto Interno Lordo, ne deriverebbero 4 miliardi di euro da poter utilizzare nel corso dei prossimi anni, soprattutto con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale.
Documento Economia e Finanza e pressione fiscale: cosa accadrà
Secondo i dati del DEF, entro il 2026 la pressione fiscale dovrà passare dal 43,3% al 42,7%. Per poterlo fare, verranno intraprese diverse strategie, come ad esempio la riforma del fisco. La riduzione della pressione fiscale apporterebbe, quindi, una crescita economica del paese, soprattutto in virtù del passaggio ad un sistema di 3 aliquote IRPEF nel 2024 e nell’applicazione di Quota 41 nell’ambito delle pensioni.
Altro problema preso in considerazione dal DEF è quello del debito pubblico. Attualmente, il rapporto tra questo ed il PIL è al 144,4%, con una percentuale minore rispetto a quella del novembre 2022. Le previsioni vogliono raggiungere una percentuale, entro il 2026, del 140,4%. Ad incidere sulla finanza pubblica, in tale ambito, il Superbonus è stato davvero cruciale, secondo ciò che ha precisato il Governo.
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I principali obiettivi da raggiungere con il DEF saranno, in ogni caso, gli stessi contenuti dal PNRR: innovazione, sostenibilità ambientale ed inclusione.
li obiettivi da perseguire con il Def sarebbero quindi gli stessi contenuti nel PNRR: innovazione, inclusione e sostenibilità ambientale. Il pericolo dell’inflazione deve essere affrontato secondo il Ministero non solo in Italia, ma anche dall’Europa.
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