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Scatta l’allarme: entro dieci anni al massimo diminuiranno di moltissimo i lavoratori. Si stima una perdita di almeno tre milioni di unità.

CGIA: meno tre milioni di lavoratori in 10 anni

La CGIA di Mestre (Associazione artigiani e piccole imprese) ha effettuato ricerche su dati ISTAT ed ha ipotizzato come, entro dieci anni, potremmo perdere 3 milioni di unità della popolazione in età lavorativa. La percentuale si attesterebbe intorno al -8,1%. Le motivazioni sono molto semplici: la prima di tutte riguarda il calo della popolazione attiva, registrata in tutte le Regioni italiane, con la Basilicata al primo posto. Per ciò che riguarda, invece, le province, avranno dati negativi tutte eccetto Prato che, anzi, registrerà una variazione assoluta positiva. Questa si attesterà al +0,75%, con più 1.269 unità di lavoratori dai 15 ai 64 anni.

Sempre meno giovani riusciranno a sostituire la forza-lavoro delle persone che stanno andando in pensione e non ci sarà modo di favorire il ricambio generazionale. Per ciò che riguarda le imprese, invece, vi sarà una sempre maggiore difficoltà nell’assunzione di nuovi lavoratori.

Ci rimetteranno le PMI?

Le analisi di CGIA fanno pensare che, a rimetterci di più, saranno le PMI. Saranno loro ad avere più difficoltà nella ricerca del personale. Inoltre, potrebbero essere costrette anche a dover effettuare dei grossi cambiamenti organizzativi. Le grandi imprese, invece, potrebbero risentirne molto meno, proprio perché hanno maggiore possibilità di offrire stipendi alti, orari ridotti, benefit e similari.

Saranno pochi i lavoratori che si affacceranno al mondo del lavoro e, questi, potrebbero scegliere di entrare in grandi aziende, anziché in PMI, poiché quest’ultime potrebbero non offrire loro gli stessi benefits aziendali.

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Sempre secondo il report succitato, se non dovesse avvenire un’inversione di tendenza, potremmo andare addirittura incontro ad una riduzione del PIL. Ma l’invecchiamento demografico non è tutto: a peggiorare il quadro troviamo l’instabilità geopolitica, l’avvento dell’intelligenza artificiale, la transizione energetica. Le aziende dovranno trovarsi pronte ad affrontare tutti questi cambiamenti.

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