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L’Unicredit figura tra i creditori con un’esposizione di 600 milioni di euro nel caso dell’insolvenza che scuote il colosso immobiliare austriaco Signa, capeggiato dall’imprenditore René Benko.

Queste informazioni emergono dal tabloid tedesco Bild, che ha diffuso i dettagli sull’elenco dei creditori coinvolti.

Le rivelazioni non si fermano qui: una serie di istituti bancari locali, tutti radicati in Alto Adige, si ritrovano impigliati nella rete di debiti del gruppo Signa. Al centro di questa situazione figurano la Raiffeisenkasse Bolzano, con un’esposizione di 309.398 euro; la Raiffeisen Landesbank Alto Adige, con quasi 7 milioni di euro (6.992.309 euro per l’esattezza); la Cassa di Risparmio Alto Adige, con un significativo impegno di 32 milioni di euro (32.010.277 euro); e infine la Volksbank Alto Adige, che risulta essere la più esposta tra le banche locali con quasi 45 milioni di euro (44.814.388 euro).

Cosa sta succedendo

Il quadro complessivo dei debiti lasciati dal collasso di Signa si attesta sui 14 miliardi di euro, un peso non indifferente che si distribuisce anche su scala internazionale. Tra i creditori maggiormente colpiti si annoverano Julius Bär (628 milioni), Munich Re (700 milioni), Raiffeisenbank International (755 milioni), San Simeon Investment (884 milioni) e Signal Iduna (912 milioni), delineando così un panorama di rischio che supera i confini nazionali.

Questo scenario pone in evidenza il rischio sistemico che possono correre anche le banche di dimensioni più contenute, come quelle altoatesine, quando investono in realtà economiche di grande portata e con una vasta rete di interconnessioni internazionali. Le ramificazioni dell’insolvenza di Signa aprono pertanto un capitolo delicato per il sistema bancario che ora attende sviluppi e possibili soluzioni.

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