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La posizione del Governo è chiara, ma forse un po’ diversa da quello che ci si aspettava.

Tutto è chiaro dalla frase che Meloni ribadisce sulle pensioni: “Abbiamo fatto il massimo sforzo possibile“.

Con le condizioni imposte e considerati i vari vincoli, il Governo ammette di aver fatto tutto il possibile sia per finanziare i contratti del pubblico impiego sia per confermare nel 2024 il taglio del cuneo contributivo e le misure a sostegno della famiglia.

Cosa cambia per le pensioni

Insomma, se tutto si è dato per finanziare i contratti pubblici e il taglio del cuneo, che fine fanno le pensioni nel programma? Dalla premier arriva il no alla richiesta per tagliare le aliquote di rendimento a categorie diverse di dipendenti pubblici. Chiaramente il Governo rassicura su un sistema di doppia deroga per chi raggiunge i requisiti entro il 31 dicembre 2023, sia anticipata, che di vecchiaia.

Anche il settore della sanità, come spiegato dalla premier il Governo starebbe valutando “un ulteriore meccanismo di tutela, in modo da ridurre la penalizzazione all’avvicinarsi della pensione di vecchiaia”, nessun dettaglio però. Per questo il 5 dicembre è già stato annunciato uno sciopero dei camici bianchi.

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Riassumendo, da parte del governo c’è l’impegno, a quanto si intuisce, ma non la decisione finale. Soprattutto perché le risorse a disposizione sono pochissime. A questo poi, anche se non sono ancora state definite, si aggiungono le nuove regole del Patto di stabilità.

Sindacati all’attacco

Cgil e Uil restano senza parole, dopo le promesse in campagna elettorale. I segretari Landini e Bombardieri continuano a puntare il dito contro la decisione del governo come un “provvedimento sbagliato”.

Il segretario della Cgil Landini è molto chiaro: “Se hanno bisogno di fare cassa devono smetterla di farla sui lavoratori e sulle pensioni. I soldi vanno presi dove ci sono”. E quindi, su tutto: nei 100 miliardi di evasione fiscale e aumentando la tassazione sulle rendite finanziarie e quelle immobiliari, rimarca. “La Manovra non ha il sostegno della maggioranza del nostro Paese” e in generale peggiora le condizioni dell’Italia, a partire dal tema pensioni. E ancora: “Sono riusciti a peggiorare la Legge Fornero”.

Cosa potrebbe succedere

La decisione presa dal Governo viene  definita peggio della Legge Fornero. Lo dice Landini. Oltre a a rimanere senza medici e infermieri che nel prossimo anno se vogliono andare in pensione vedranno un taglio, c’è poi la Quota 103 con l’Ape Social e Opzione donna.

A livello statistico siamo in un paese dove esiste un innalzamento, forse il peggiore della soglia per andare in pensione.

Gli aumenti promessi delle pensioni a dicembre e nel 2024 ecco i numeri

Con il Mef scatteranno i primi aggiustamenti alle pensioni. Si tratta di un adeguamento all’inflazione del 5,4% fino a un massimo di 130 euro a partire dal 1° gennaio 2024. L’aumento è stato calcolato solo sulla base della variazione percentuale che si è constatata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’ultimo Istat del 7 novembre 2023.

Dunque, un aumento del 5,4% sarà garantito solo a chi percepisce fino a 4 volte la minima. Per le altre fasce, invece, si assisterà a una riduzione progressiva:

  • 4,59% fino a 5 volte il minimo;
  • 2,862% tra 5 e 6 volte il minimo;
  • 2,538% tra 6 e 8 volte il minimo;
  • 1,998% tra 8 e 10 volte il minimo;
  • 1,188% oltre 10 volte il minimo.

Gli scaglioni saranno applicati sulla base del valore del minimo Inps 2023.

Già a dicembre, però, in vista del Natale le pensioni saranno più ricche grazie al decreto Anticipi. L’aumento riguarda più di 20 milioni di italiani, ed è dovuto agli aumenti legati all’incremento dell’inflazione nel 2022.

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