Dopo le innumerevoli proposte, il capitolo pensioni torna sull’agenda politica.
Ormai è chiaro che con la manovra alle porte il tema delle pensioni torna prepotente sui tavoli dell’esecutivo.
Se la coperte per la manovra di una riforma più aggressiva con Quota 41, è troppo corta, non mancano alcune note positive.
Tutto parte dal presupposto che nulla è stato ancora deciso e che tra poche settimane si renderanno note le decisioni del Governo in materia.
Le parti sociali si rendono partecipi
Tra le ultime notizie si rende noto il confronto tra l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale e le parti sociali. L’Osservatorio fortemente voluto dal ministro del lavoro non è altro che un organismo tecnico sull’andamento della spesa del vigente sistema pensionistico, a programmare ed elaborare attività di analisi e di ricerca con i diversi attori istituzionali del sistema e ad analizzare le politiche previdenziali, fornendo dossier e approfondimenti in vista dei tavoli tecnici.
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Le idee e le risorse e le ipotesi per il 2024
Molti sono i dossier aperti: dall’ampliamento della platea dell’Ape Social, al prolungamento di Quota 103 anche nel 2024, fino al rinnovamento di Opzione Donna. A quanto pare dai fondi disponibili rimarrebbe solo circa 1 miliardo a disposizione per le pensioni.
È necessario però attendere nelle prossime settimane per avere dettagli sull’argomento.
I sindacati
Di fatto la Cisl chiede a gran voce Opzione donna nel 2024 e 2025 senza l’appesantimento delle condizionalità previste dall’ultima manovra. Un ritorno ai requisiti del 2022 (uscita con 58 anni, 59 per le lavoratrici autonome e 35 di contributi), ma costerebbe parecchio.
Intanto, la manovra prenderà forma solo in autunno, ma è probabile che le pensioni potrebbero essere un po’ più basse rispetto alle previsioni più ottimiste: la rivalutazione al 100% dell’inflazione ci potrebbe essere solo per gli assegni fino a quattro volte il minimo (circa 2.100 euro lordi).
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