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I finanziamenti Poli Innovazioni saranno disponibili dal 5 ottobre al 31 ottobre. Di che cosa si tratta e come funzionano nel dettaglio?

Finanziamenti Poli Innovazioni: come funzionano

Il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) offre finanziamenti per sei diversi Poli di Innovazione. Ciò servirà per andare a favorire la transizione digitale delle imprese. Le risorse stanziate complessivamente ammonteranno a ben 42 milioni di euro. I finanziamenti saranno disponibili a partire dal 5 ottobre, data in cui si potranno iniziare a presentare le domande. Le domande, inoltre, potranno essere presentate fino al 31 ottobre 2023.

Si costituiscono, così, degli hub digitali al fine di andare a erogare servizi di “first assessment digitale”, nonché si propone un orientamento per le PMI. Da considerare, inoltre, come i nuovi Poli di Innovazione saranno come punti di accesso al servizio delle imprese, nell’ambito del trasferimento tecnologico. La formazione è data dai Competence Center e dagli European Digital Innovation Hub. I finanziamenti saranno destinati ad enti pubblici e privati che svolgono attività di promozione delle imprese a livello nazionale, nonché supporto e attività di rappresentanza.

Previsti anche webinar che servono alla presentazione del bando: uno di questi, ad esempio, è datato 6 ottobre ed è organizzato dalla Direzione Generale per la politica industriale. Sarà in programma dalle ore 15 alle ore 16:30. L’evento servirà ad illustrare al meglio gli obiettivi, nonché tutte le caratteristiche dell’incentivo. Durante il webinar saranno fornite informazioni utili alla presentazione delle domande che siano coerenti con i requisiti che sono richiesti.

Transizione digitale in Italia: come procede?

Abbiamo visto come le risorse saranno destinate alle imprese che si occupano della transizione digitale. Ma come sta andando la situazione in Italia? Ad inizio anno, le piccole e medie imprese italiane si sono collocate alla settima posizione nella graduatoria europea che riguardava l’integrazione delle tecnologie digitali. Parlando in percentuali, rispetto ad una media europea che si attesta al 69,1%, l’Italia sarebbe leggermente migliore, attestandosi al 69,9%.

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