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L’Unione Europea boccia la proroga al 2024 delle concessioni balneari. Ecco tutti gli aggiornamenti in merito.

Concessioni balneari, l’Unione Europa dice no alla proroga

L’UE ha recentemente bocciato la proroga alle concessioni balneari fino alla fine del 2024. Tale decisione comporta un nuovo blocco alla liberalizzazione di tale settore: ecco la motivazione per cui l’Unione Europea si è detta contraria. Una decisione, istituita di recente dal Decreto Milleproroghe, che ha fatto discutere in Italia, ma anche a livello europeo. La motivazione sta nella mancanza di trasparenza e di libera concorrenza che si andrebbe a limitare, attraverso la proroga. L’UE, pertanto, ha giudicato e notificato tutto ciò come incompatibile con il diritto europeo.

Cosa succederà con il secco no dell’UE?

Da considerare come i territori balneari siano di proprietà dello Stato. Questo, li assegna attraverso gare ad alcuni soggetti, che possono così avere una concessione per l’uso del suolo. Per poter, dunque, avere a disposizione un territorio balneare, è necessario partecipare ad appositi bandi o gare, tenendo presente che si otterrà un qualcosa in concessione che, di fatto, rimane di proprietà dello Stato.

Spesso, le gare o i bandi non vengono applicati e le concessioni si rinnovano di volta in volta senza che si provveda alle riassegnazioni. Il precedente Governo aveva deciso di reintrodurre gli appositi bandi, anche secondo ciò che consigliava l’Unione Europa in tale ambito. Attraverso il decreto Milleproroghe, però, i bandi sono stati bloccati e le scadenze sono state rinviate per un anno. Ne consegue, dunque, che le concessioni balneari rimarranno in mano agli stessi soggetti per un altro anno e che i Comuni non potranno indire nuovi bandi in merito. Almeno fino alla fine del 2024 non vi sarà alcuna liberalizzazione.

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Il parere dell’Unione Europea

Ma qual è il parere dell’Unione Europea in merito a tutto questo? La questione non è di semplice soluzione, proprio perché si va ad impedire un uguale trattamento per gli operatori del settore balneare. Il rischio è quello che si crei un monopolio settoriale su beni che appartengono allo Stato. L’Unione Europea, dunque, consiglia un intervento di modernizzazione, che permetterà così a più operatori di avere accessibilità ad usare i terreni di proprietà dello Stato. Da ricordare come l’Italia non sia l’unico paese oggetto di questa problematica, ma come ne facciano parte anche la Spagna ed il Portogallo.

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