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Al via l’incentivo per le assunzioni ricercatori in azienda a partire dal 2024. Vediamone tutte le caratteristiche.

Incentivo per assunzioni ricercatori in azienda: di che si tratta

Le imprese che effettueranno assunzioni di ricercatori in azienda avranno diritto ad uno sgravio contributivo che potrà ammontare fino ad un massimo di 7.500 euro per ogni ricercatore, a condizione che i dottorati in maniera innovativa industriale vengano co-finanziati per il 50%.

Si tratta di una misura che è stata introdotta grazie al Decreto PNRR 3, attraverso uno stanziamento complessivo che ammonta a 150 milioni di euro. Questa sarà valida fino al 2016. Lo sgravio contributivo per le aziende sarà di 3.750 euro su base annua, su base mensile, per un massimo di due anni. Il periodo considerato va a partire dal 1 gennaio 2024, fino al 31 dicembre 2026, fermo restando il tetto massimo di importo.

L’agevolazione concerne un esonero dal versamento di contributi previdenziali complessivi a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei contributi dovuti all’Inail e dei premi. L’esonero contributivo non andrà ad influire sulle prestazioni pensionistiche, poiché la legge prevede che resti ferma la loro aliquota di computo. Per poterne beneficiare, però, è necessario che ogni azienda rispetti il limite di sole due assunzioni di questi soggetti a tempo indeterminato.

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A chi spetta il bonus?

Ma chi potrà godere del bonus per le assunzioni ricercatori in azienda? Questo riguarda le imprese private che rispettano le seguenti condizioni: l’assunzione di personale a tempo indeterminato in possesso di dottorato di ricerca o di contratti di ricerca o la partecipazione al cofinanziamento al 50% delle borse di dottorato innovativo.

L’esonero contributivo riguarda i soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca, ma questo non è l’unico requisito. Può riguardare anche chi è o è stato titolare di contratti di ricerca, cioè contratti di due anni che riguardano lo svolgimento di particolari progetti di ricerca. Ancora, vi rientra chi è o è stato titolare di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, finalizzati allo svolgimento di attività di didattica, didattica integrativa, ricerca e servizio agli studenti.

L’obiettivo della misura in questione è quello di favorire, all’interno delle aziende, l’occupazione dei ricercatori precari, che ormai sono sempre più costretti a muoversi all’estero per cercare lavoro. La normativa vuole, inoltre, aumentare il numero dei dottorati di ricerca conseguiti nel nostro Paese, in quanto sono ancora troppo bassi rispetto agli altri Paesi dell’Europa.

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