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Dopo settimane di trattative, dall’UE arrivano brutte notizie sul Provvedimento che puntava a garantire maggiori tutele a questi lavoratori

Solo qualche giorno fa è stato trovato un’accordo a livello europeo, che in qualche modo indebolisce il provvedimento che tutelava i lavoratori su piattaforma e gli addetti alle consegne.

Le novità, cos’è cambiato

In pratica, con la nuova intesa è stato tolto l’elenco dei cinque criteri per presumere il rapporto di subordinazione e per far scattare, l’obbligo di assumere il lavoratore. Quell’elenco citava, ad esempio, il potere ( in capo all’azienda) di determinare la retribuzione o i turni di lavoro, ma nel nuovo testo è stato cancellato.

Ora invece, si parla in modo generico, indicando il controllo e la direzione, secondo la legge nazionale, i contratti collettivi o la prassi in vigore negli Stati membri. La differenza è piuttosto sostanziale. Infatti, adesso d’ora in poi ogni Stato membro avrà una discrezionalità molto più ampia rispetto a quella che avrebbe avuto con il precedente accordo.

Le libertà di ogni Stato membro

Questo significa che gli indicatori non sono più espressamente dettati esplicitamente dalla direttiva, ma saranno quindi collegati alla “legge nazionale” e ai “contratti collettivi”. In pratica, non saranno più unici e tassativi a livello europeo. Ogni Paese quindi, potrà stabilire le sue regole, anche meno severe, e avrà solo l’obbligo di prevedere una presunzione di subordinazione in favore dei lavoratori su piattaforma, e assicurare il diritto a farla valere in tribunale. L’unico elemento che potrà garantire un po’ di uniformità è il riferimento a quanto detto della Corte di giustizia europea.

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Un esempio

La proposta della direttiva presentata dalla Commissione Europea, nel dicembre 2021, insieme a quella sul salario minimo. Questa doveva presentarsi come una maggiore sensibilità ai temi sociali da parte delle istituzioni europee. Infatti, inizialmente, l’obiettivo era creare una protezione per questa categoria di lavoratori, considerando che non possiedono alcun diritto. Come detto sopra, a dicembre 2023, il Parlamento insieme al Consiglio europeo hanno raggiunto l’accordo, con la presidenza belga che ha proposto ha proposto un nuovo testo che superava i criteri e introduceva il riferimento alle normative nazionali e contrattuali dei singoli Paesi.

( Cosa sta succede in Italia)

Nel nostro Paese, in molti tribunali è stato stabilito che i rider va applicata la normativa sul lavoro dipendente perché la loro unica autonomia riguarda la possibilità di rifiutare i turni di lavoro, ma sono tenuti a eseguire la prestazione nei modi indicati dalle app e sono anche soggetti a valutazione. Quindi ai fattorini deve essere garantita la paga oraria, e non la tariffa a consegna. Nonostante questo, non possiedono tutte le tutele del lavoro dipendente (per esempio quelle in caso di licenziamento).

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