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L’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane ha aggiornato i listini al pubblico, fino a 72 euro l’anno: tutti i dettagli

L’agenzia delle Dogane ha pubblicato i prezzi in vigore dal 2 febbraio per i prodotti come sigarette, sigari e altri.

Le novità arrivano dalla Legge di Bilancio 2024 in base alla quale, sono appunto stati aggiornati i prezzi di vendita al pubblico.

Quindi Agenzia dei Monopoli e delle Dogane è dal 2 febbraio che ha aggiornato i prezzi di:

  1. Sigari pdf;
  2. Altri tabacchi da fumo pdf;
  3. Sigarette pdf;
  4. Fiuto e mastico pdf;
  5. Sigarette pdf 
  6. Trinciati per sigaretta pdf;
  7. Tabacchi da inalazione senza combustione e prodotti a essi assimilati pdf .

Ecco da cosa è composto il prezzo di una sigaretta

La legge di bilancio 2024 avrebbe rimodulato, innalzandoli, i valori previsti per gli oneri fiscali, le accise e l’aliquota di un’imposta di consumo previsti per alcuni prodotti di tabacco e non solo.

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I tabacchi lavorati, in base alla normativa, sono sottoposti ad accisa e sono considerati tabacchi lavorati i seguenti prodotti:

  1. Sigari;
  2. Sigarette;
  3. Tabacchi da inalazione senza combustione e prodotti ad essi assimilati (prodotti da inalazione;
     senza combustione a base di erbe, con e senza nicotina);
  4. Tabacco trinciato;
  5. Tabacco da fiuto e da mastico;
  6. Altri tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta, ossia melassa per narghilè).

Il prezzo di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati è stato determinato, con un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sulla base dei prezzi richiesti dai produttori o importatori, e sempre con provvedimento. Si ricorda che i vari prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati sono inseriti nelle tabelle di ripartizione, divise per tipologia di prodotti, di cui si compone il prezzo: IVa, Accisa, Aggio e Quota al fornitore.

Inoltre, tutte le categorie sono assoggettate all’IVA, nella misura del 22% del prezzo di vendita al pubblico, al netto dell’IVA stessa, all’aggio spettante al rivenditore al dettaglio ovvero tabaccaio, pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico.

Infine, il compenso del produttore, su cui pesano anche le spese di distribuzione, deriva dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio.

L’accisa varia in relazione alla categoria di prodotto: ecco i vari aumenti

Come evidenzia dal’Agenzia delle Dogane l’accisa viene calcolata in modo diverso in base al prodotto.

Per i Sigari, l’accisa è calcolata applicando l’aliquota di base del 23,50% sul prezzo di vendita al pubblico. È, inoltre, prevista un’accisa minima pari a euro 35,00 per chilogrammo convenzionale (200 sigari).

Per le Sigarette, l’accisa invece corrisponde alla somma di una componente fissa, che dal 1° gennaio 2024 è pari a euro 29,30 per 1.000 sigarette, e di un elemento proporzionale, costituito dal 49,50% del prezzo di vendita al pubblico.

Per il Tabacco trinciato, l’accisa è calcolata applicando l’aliquota di base del 60% sul prezzo di vendita al pubblico. È, inoltre, prevista un’accisa minima, che dal 1° gennaio 2024 è pari a euro 147,50 per chilogrammo.

Per il Tabacco da fiuto e da mastico, l’accisa è calcolata applicando unicamente l’aliquota di base del 25,28% sul prezzo di vendita al pubblico.

Per gli Altri Tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta, ossia melassa per narghilè), l’accisa è calcolata applicando unicamente l’aliquota di base del 56,50% sul prezzo di vendita al pubblico.

Per conoscere le component tutte le componenti dei vari prezzi dei prodotti, di ciascuna categoria, è sufficiente visitare il sito web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Le entrate per lo Stato

Le entrate dello Stato garantite dall’aumento delle accise sui tabacchi sono passate dai 10,23 miliardi di euro del 2015 ai 15 miliardi di euro stimati per il 2023, con un incremento di 4,77 miliardi di euro (+46,6%). Il dato lo dichiara il Codacons, che interviene sui nuovi rincari per le sigarette che scattano dal 20 marzo. “I costanti aumenti delle accise sui prodotti da tabacco introdotti negli ultimi anni e l’ingresso di nuovi dispositivi come quelli da inalazione o a tabacco riscaldato hanno portato ad una crescita delle entrate statali garantiti dalla tassazione sulla sigarette. Basti pensare che, tra le marche più diffuse, un pacchetto di Camel blue nel 2015 costava 4,60 euro contro i 5,40 euro odierni, con un aumento del +17,4%; le Philip Morris Red sono passate da 4,50 a 5,30 euro (+17,8%), le Rothmans da 4,20 a 5,00 euro (+19%). Un pacchetto di Dunhill International raggiunge oggi il prezzo di 6,70 euro“.

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