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Cartelle esattoriali, debiti e tasse da pagare, per alcuni casi esiste una soluzione

Tra tasse e cartelle esattoriali, qualsiasi persona potrebbe trovarsi nella spiacevole situazione del sovraindebitamento. In questo caso, per chi riceve un piccolo stipendio le cose peggiorerebbero arrivando addirittura al pignoramento.

Se da una parte chi non detiene nulla non ha proprio niente di cui preoccuparsi, chi invece chi ha le preoccupazioni maggiori sono proprio le persone che hanno uno stipendio, una pensione o, comunque vada, delle entrate certe ogni mese.

Se in molti sperano di non lasciare in eredità ai propri figli brutte situazioni con il fisco, esiste una strada, contenuta in una legge all’interno del Codice sulla Crisi di Impresa di risolvere almeno una parte dei problemi.(La strada migliore da percorrere per assolvere qualche problema

Una volta nota come legge salva suicidi, è definita quella che oggi, permette di uscire dai debiti con il fisco e con i privati.

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Si tratta della procedura di sovraindebitamento: una norma che è stata più volte ritoccata, ma la cui intenzione è sempre stata quello di favorire il debitore. Questa particolare procedura permette a quanti non hanno delle disponibilità economiche sufficienti per soddisfare i propri creditori. Creditori ma non importa che sia l’Agenzia delle Entrate o un qualsiasi altro privato e permette di liberare delle obbligazioni. E soprattutto lasciarsi alle spalle quelle situazioni che non gli permettono di rifarsi una vita.

Alleggerire i debiti con il fisco

La normativa che permette di alleggerirsi dai debiti con il fisco è la Legge sul Sovraindebitamento. Questi infatti, sono gli aspetti principali contenute in questa normativa che permettono ai diretti interessati di trovare una soluzione. Sono molti i tribunali, soprattutto negli ultimi anni  che  si appoggiano proprio a queste disposizioni, accogliendo le modifiche che sono state introdotte proprio alla Legge sul Sovraindebitamento. Legge che permette di cancellare tutti i debiti accumulati da un creditore, senza che ci sia una contropartita. In pratica, senza che sia necessario effettuare un qualsiasi pagamento.

E’ però necessario, sottolineare come  questa soluzione sia considerata estrema e che risulta confinata esclusivamente a quei casi in cui il debitore non possa oggettivamente saldare i propri debiti.

Non tutti possono accedere a questa soluzione

Il diretto interessato non deve infatti, avere un lavoro e non deve essere in possesso di un patrimonio.

Soprattutto però,  non deve avere le capacità fisiche per trovare un’occupazione con la quale potersi comprare da mangiare. Si parla quindi di soggetti che magari stanno sopravvivendo con una misera pensione sociale che gli è stata riconosciuta dallo Stato.

Nel caso in cui il debitore abbia una qualsiasi proprietà, ma non sufficienti per poter soddisfare l’Agenzia delle Entrate o gli altri creditori, il giudice permette un taglio importante del debito, che può essere ridotto fino all’80% del suo ammontare.
In questo caso bisogna però dare qualcosa in cambio. Il debitore dovrà infatti, dare parte dello stipendio o un immobile, anche se è di scarso valore: in quest’ultimo caso con il ricavato della vendita il creditore potrà trovare una minima soddisfazione.

A seguito di queste operazioni ci sarà la totale cancellazione del debitore, che in questo modo verrà sollevato completamente dai debiti che ha contratto con il fisco e delle procedure esecutive in corso.

Un esempio di sovraindebitamento

Procedura di sovraindebitamento: un esempio pratico

Un esempio pratico è contenuto all’interno di un provvedimento del Tribunale di Lucca. In questo caso,  in esame è stata aperta la liquidazione di un patrimonio di un debitore, nonostante lo stesso non avesse un patrimonio a lui intestato.

La procedura relativa al sovraindebitamento è stata fondata unicamente sui redditi futuri del debitore, ovvero quelli che sarebbero derivati da un  magro stipendio da cuoco. Il giudice ha provveduto ad accogliere le istanze del contribuente, che ha presentato un piano di rateizzazione di una piccola parte del debito contratto. Nell’arco di sei anni il contribuente avrebbe saldato solo una parte di un’obbligazione che era quasi esclusivamente tributaria.

Il piano prevedeva che il debitore avesse destinato 500 euro ogni mese del proprio salario all’Agenzia delle Entrate, che moltiplicati per i sei anni della dilazione, avrebbero comportato il pagamento del 10% del debito complessivo. Il debitore in questione aveva un’esposizione fiscale pari a 334.000 euro e 42.000 euro di altri debiti con privati.

In precedenza per il recupero del credito tributario il debitore era già soggetto ad una trattenuta del quinto del suo stipendio, che nel momento in cui il giudice aveva preso questa decisione si attestava intorno a 1.300 euro.

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