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Tutto quello da sapere sugli accertamenti fiscali, è possibile difendersi?

L’evasione fiscale è un problema endemico che l’Italia sta affrontando ormai da decenni. Nonostante i vari sforzi per promuovere l’adempimento spontaneo, rimane imprescindibile l’applicazione degli accertamenti fiscali, che hanno le funzioni di: recuperare il gettito fiscale e fungere da deterrente.

I contribuenti sono a conoscenza che dichiarando redditi e patrimoni inferiori al reale, rischiano di essere sottoposti ad accertamento fiscale e di dover pagare quanto dovuto, ma anche affrontare interessi e sanzioni, oltre che a condanne penali.

Le attività di accertamento fiscale

Tra le attività di accertamento fiscale, possono riguardare qualsiasi comportamento o fatto che abbia rilevanza fiscale, come ad esempio, incassi non giustificati, la mancata registrazione di un contratto di affitto, omessi versamenti o dichiarazioni non presentate.

Di fatto, l’accertamento fiscale è un processo piuttosto complesso che mira a verificare se il contribuente abbia dichiarato correttamente la base imponibile e versato quanto dovuto, rispettando gli obblighi dichiarativi.

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Le attività di accertamento fiscale condotte dall’Agenzia delle Entrate per i tributi nazionali, invece per quelli locali se ne occupano gli enti locali. I controlli possono essere automatizzati, attività ispettive, indagini finanziarie e tutoraggio verso imprese di maggiore dimensione.

Durante queste attività, è fondamentale che il Fisco o l’ente controllore rispettino i diritti dei contribuenti. Ad esempio, le ispezioni o gli accessi devono avvenire durante l’orario di lavoro ordinario e devono arrecare il minor disturbo possibile.

Il contradditorio preventivo

Come detto, di recente è stato introdotto, il contraddittorio preventivo, che da la possibilità al contribuente di discutere le proprie ragioni prima della notifica dell’avviso di accertamento, riducendo così il rischio di contenzioso e promuovendo un dialogo il più possibile costruttivo tra le parti.

In caso di accertamento, viene emesso uno schema di provvedimento che concede al contribuente un termine massimo per presentare osservazioni e documenti. Solo successivamente, può essere notificato l’avviso di accertamento, che può essere impugnato davanti agli organi di giustizia tributaria.

In conclusione, l’accertamento fiscale è uno strumento essenziale nella lotta all’evasione fiscale, ma deve essere condotto nel rispetto dei diritti dei contribuenti. La recente introduzione del contraddittorio preventivo mira a migliorare il processo, riducendo i ricorsi giurisdizionali e promuovendo un dialogo più efficace tra le parti.

Cosa fare e come difendersi in caso di accertamento fiscale

Nel caso in cui si riceva un avviso di accertamento è possibile mettere in atto diverse attività:
Acquiescenza dell’avviso di accertamento: in questo caso il contribuente non presenta ricorso e paga il dovuto, compresi interessi e sanzioni;
Definizione agevolata delle sole sanzioni: il contribuente cerca di trovare un accordo con l’ente sulle sanzioni e si riserva di proporre ricorso solo per le maggiori imposte. In questo caso è comunque possibile ottenere il rimborso delle sanzioni eventualmente versate;
Proposizione istanza di accertamento con adesione: il contribuente, entro il termine di 60 giorni dalla notifica dell’accertamento tributario, ha la possibilità di presentare un’istanza di accertamento con adesione, con l’obiettivo di arrivare ad un accordo con l’Ufficio, sull’imposta dovuta. In caso di accordo, le sanzioni potranno essere ridotte a un terzo. In questo caso non sono però sospesi i termini per la proposizione del ricorso.

L’avviso di accertamento è esecutivo, questo significa che, trascorso il termine previsto, se il contribuente non pone in essere nessuno dei comportamenti visti sopra, possono iniziare le procedure di esecuzione forzata sui beni del contribuente, come il pignoramento.

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