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La locazione turistica si inserisce come affitto breve, ma per il 2024 sono molte le novità.

La locazione turistica potrebbe diventare un nuovo business, ma anche un modo per i proprietari di casa di guadagnare semplicemente affittando i loro appartamenti ai visitatori per un periodo limitato o occasionale.

Locazione turistica, di cosa si tratta

I contratti di locazione turistica sono una forma di business sempre più diffuso dato che permette di mettere a reddito il proprio immobile in modo molto semplice. Per quanto riguarda la tassazione è necessario premettere che la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto delle importanti novità al riguardo.

Tassazione della locazione turistica: tutte le novità del 2024

Proprio a proposito della tassazione bisogna premettere che la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto delle importanti novità a riguardo.

Infatti, la disciplina alla base degli affitti brevi prevede determinati limiti sia nell’applicazione che dal punto di vista del numero degli immobili per quel che riguarda il regime fiscale.

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Oltre che molto complesso, risulta essere il relativo trattamento fiscale che regola le locazioni turistiche. Nonostante serve rivolgersi sempre al proprio consulente fiscale di fiducia per conoscere tutti i minimi dettagli relative alla normativa di riferimento del trattamento fiscale dei redditi di derivanti dalla locazione turistica, esiste comunque una linea generale da tenere conto. Infatti alla base di determinati presupposti posso verificarsi cambiamenti di attività, come commerciale o altri casi per i cui proventi vengono qualificati come redditi diversi o redditi fondiari. Un ulteriore elemento di distinzione affinché i redditi da locazione turistica siano classificabili come redditi di natura fondiaria, riguarda proprio il concetto di organizzazione e professionalità. Infatti la locazione deve essere svolta senza questi requisiti, che nel caso fossero presenti, configurerebbero l’eventuale esistenza di una attività d’impresa.

Locazione turistica, quale contratto scegliere

Anche se si tratta di affitti brevi, non si deve pensare che non serva firmare un contratto di locazione. Quest’ultimo infatti, è sempre obbligatorio e deve sempre essere redatto e firmato da entrambe le parti. Con gli affitti brevi, non c’è è l’obbligo di registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate, ma quest’ultimo deve sempre essere presente.

Si ricorda poi che il limite di 30 giorni previsto dalle locazioni turistiche è riferito per ogni soggetto nell’arco di un anno. Solo in questo caso il contratto risulta essere esente da imposta di bollo e di registro.

Non esiste un modello di contratto standard. Si può quindi stipulare un contratto libero in cui l’unico vincolo che esiste è quello riferito alla modalità di pagamento che deve rispettare il limite che stabilisce la legge per i pagamenti in contanti (nel 2024 è di 5.000 euro). Nei casi in cui questo limite venga superato, la locazione turistica deve essere saldata con mezzi di pagamento tracciabile.

Da aggiungere, anche la tassa di soggiorno che segue una normativa Comunale e proprio per questo anche negli affitti brevi è previsto che sia versata.

Si può fare pubblicità delle locazioni turistiche?

Sono molti i proprietari di locazioni brevi che si pongono domande su un’eventuale forma pubblicitaria di una locazione turistica. Di seguito alcune regole da considerare

  • Non si pubblicizzare servizi se si è inquadrati come una locazione turistica. Per questo motivo, non non si possono offrire colazioni, il cambio della biancheria o le pulizie durante il soggiorno;
  • Una semplice locazione turistica non può essere pubblicizzata da un cartello, da un poster o da qualsiasi altra forma di segnaletica;
  • Questa restrizione viene applicata anche ai siti web che sono esclusivamente dedicati alle strutture ricettive (siti che pubblicizzano la giurisdizione della provincia o della regione).

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