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Grazie al nuovo regolamento sul Crowdfunding, anche le SRL avranno la possibilità di accedere ai finanziamenti collettivi.

Crowdfunding per SRL: che cos’è

Il Decreto Legislativo n. 30 del 2023 stabilisce che il crowdfunding sarà disponibile anche per le SRL e non soltanto per le startup innovative e le SPA. Per crowdfunding si intende uno strumento che serve a reperire dei fondi per avviare un’attività o un progetto innovativo. La raccolta di tali fondi non avviene su grossi capitali, bensì su delle piccole quote che vengono versate in modo volontario da alcune persone, per sostenere idee innovative. Funziona attraverso una piattaforma digitale, che funge da intermediario. Non esiste una sola categoria di crowdfunding, ma ce ne sono di molteplici. L’applicazione del Decreto avverrà a partire dall’8 aprile 2023.

È il Regolamento UE del n. 1503 del 2020 che incentiva l’uso del crowdfunding estendendolo anche alle SRL: l’Italia ha, dunque, recepito tale normativa europea, al fine di diversificare il mercato dei capitali e garantire un migliore accesso alle risorse alle imprese del territorio.

Come funzionerà nel dettaglio?

Le Società a Responsabilità Limitata potranno offrire delle quote di partecipazione al pubblico, utili a reperire i fondi necessari allo sviluppo. Tali quote potranno essere sottoscritte anche da investitori esterni che, però, devono essere a conoscenza di tutti i dettagli attraverso delle descrizioni tecniche delle operazioni.

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La sottoscrizione delle quote può essere effettuata anche tramite intermediari, che dovranno depositare al Registro delle Imprese la certificazione di comunicazione di titolarità di soci per conto terzi entro 30 giorni dal momento in cui l’offerta si chiuderà. L’alienazione delle quote avviene con un’annotazione del trasferimento su registri specifici.

Il ruolo delle Autorità Nazionali Competenti nel crowdfunding

Le Autorità Nazionali Competenti saranno chiamate a vigilare l’attività di crowdfunding per le SRL, andando a sorvegliare direttamente l’attività dei fornitori attraverso le piattaforme apposite. I fornitori di servizi (società finanziarie a banche) valuteranno inoltre se le proposte che vengono presentate sono ammissibili o meno. Le Autorità chiamate a vigilare sono la Banca d’Italia e la Consob. Nel caso in cui si verifichi un uso scorretto del crowdfunding vi saranno delle sanzioni: queste possono andare da un minimo di 500 euro fino ad un massimo di 500.000 euro, con somme che potranno essere anche raddoppiate in casi particolari.

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