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L’Unione Europea è al centro delle critiche per una nuova proposta di regolamento che potrebbe obbligare i proprietari di automobili a rottamare i propri veicoli considerati “fuori uso”.

Secondo criteri che includono danni relativamente riparabili. Questa iniziativa segue il controverso divieto dei motori diesel e benzina previsto per il 2035, che segna già un significativo cambiamento verso la mobilità elettrica per i cittadini dell’UE.

La proposta

La proposta, che stabilisce le linee guida per determinare la condizione di un veicolo usato, suggerisce che le auto potrebbero essere dichiarate inutilizzabili per motivi come porte non fissate o perdite di fluidi, sollevando dubbi sulla loro necessità di rottamazione quando una riparazione potrebbe essere possibile.

Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, ha denunciato la proposta come un attacco alla libertà di scelta e al diritto di proprietà, sottolineando anche l’impatto che avrebbe sui possessori di auto storiche. Solo le auto con almeno 30 anni di età, mantenute in condizioni originali, sarebbero esentate, mettendo a rischio un settore che celebra il patrimonio del motorismo europeo.

La proposta pone in evidenza due questioni fondamentali che sono al cuore della politica ambientale dell’UE: l’approccio autoritario che detta i comportamenti dei cittadini europei e le implicazioni economiche che potrebbero gravare in modo sproporzionato sui gruppi sociali più vulnerabili. Le domande urgenti riguardo a chi sosterrà i costi della rottamazione obbligatoria e come i meno abbienti potranno permettersi un nuovo veicolo rimangono senza risposta, alimentando ulteriori critiche verso l’agenda ambientale dell’Unione Europea.