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Un accordo piuttosto stringente quello tra Italia e Ue che mette al bando la plastica monouso anche per gli alimenti entro il 2030: tutte le novità.

Dopo settimane di trattative, il Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un’intesa sul nuovo Regolamento degli Imballaggi dell’Unione Europea, destinato a sostituire la Direttiva già presente. Un passo decisamente significativo nella lotta contro l’inquinamento da plastica e nell’impulso verso un’economia circolare.

Dunque, a partire dal 2030, sarà vietato l’utilizzo di alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, compresi quelli destinati alla frutta e verdura fresca non trasformata, gli imballaggi per bevande e alimenti consumati nei ristoranti o nei bar, oltre che le porzioni individuali come salse, condimenti, panna e zucchero, ma anche formati in miniatura utilizzati nei servizi igienici degli alberghi.

Stop agli imballaggi di plastica monouso, obiettivi

L’accordo tra Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo sulle nuove norme per gli imballaggi punta ad un obiettivo specifico: eliminare almeno il 10% di riutilizzo degli imballaggi per bevande entro il 2030. Viene anche chiesta la collaborazione a tutti i settori industriali e a i consumatori di fare la loro parte. Nonostante questo, gli Stati membri potranno avere la possibilità di concedere una deroga di cinque anni a questi requisiti.

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Verso il nuovo Regolamento Imballaggi Ue (PPWR): una normativa rivoluzionaria

Il recente accordo sul Regolamento Imballaggi dell’Unione Europea, conosciuto come PPWR, ha inquadrato una serie di obiettivi piuttosto ambiziosi per affrontare le sfide legate agli imballaggi. Di seguito tuti i punti più importanti della normativa rivoluzionaria:

  1. Imballaggi Riciclabili e raccolta Migliorata
    • Tutti gli imballaggi dovrebbero essere riciclabili, con esenzioni per alcuni materiali.
    • Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029.
  2. Riuso, Ricarica e riutilizzo
    • Uno degli obiettivi più importanti sarà il riuso per bevande alcoliche e analcoliche pari almeno al 10% entro il 2030.
    • Chiaramente, ci saranno degli incentivi per promuovere l’uso di acqua del rubinetto nei servizi di ristorazione in contenitori riutilizzabili.
    • I distributori di bevande e cibi da asporto saranno obbligati ad offrire contenitori riutilizzabili entro il 2030.
  3. Riduzione degli Imballaggi e Divieti Specifici
    • Obiettivi di riduzione degli imballaggi (5% entro il 2030, 10% entro il 2035, 15% entro il 2040).
    • Vietati alcuni formati di imballaggi in plastica monouso a partire dal 1° gennaio 2030, compresi quelli per frutta e verdura fresca, alimenti e bevande nei bar, porzioni individuali e mini prodotti per l’igiene negli alberghi.
    • Divieto per le buste di plastica leggera (sotto i 15 micron), salvo eccezioni per motivi igienici o come imballaggio primario per alimenti sfusi.
    • Tutti gli imballaggi dovrebbero essere riciclabili, con esenzioni per alcuni materiali.
    • Obiettivi minimi di contenuto riciclato per le parti in plastica degli imballaggi.
    • Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029.
  4. Vietato l’Uso di “Forever Chemicals”
    • Chiaramente, ci sarà divieto delle “sostanze chimiche per sempre” (PFAS) negli imballaggi a contatto con gli alimenti, promuovendo anzitutto la salute dei consumatori europei.
  5. Deposito Cauzionale
    • Entro il 2026 la raccolta differenziata dovrà arrivare al 90% per bottiglie di plastica monouso e contenitori per bevande in metallo.
  6. Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo dovrà essere raccolto separatamente.
  7. Entro il 2030, si dovrà arrivare ad un riuso per bevande alcoliche e analcoliche pari almeno al 10%
  8. I distributori finali di bevande e cibi da asporto, dovranno essere obbligati ad offrire contenitori riutilizzabili entro il 2030.
  9. Inoltre, si punterà attraverso incentivi a promuovere l’uso di acqua del rubinetto nei servizi di ristorazione in contenitori riutilizzabili.

E’ chiaro come il nuovo regolamento segni una svolta più che significativa nella gestione sostenibile degli imballaggi, unendo gli obiettivi ambientali con soluzioni pratiche per un futuro più verde.

Alimenti e plastica monouso: ecco cosa cambia con l’accordo

L’accordo europeo sugli imballaggi, prevede alcuni miglioramenti generali, anche se con qualche deroga anche nel settore ortofrutticolo. Infatti, sarà vietato usare imballaggi in plastica monouso per l’ortofrutta che pesa meno di 1,5 chili, a meno che non sia trasformata in qualche modo.

Questo significa che l’insalata in busta pronta al consumo sarà ancora permessa. Questi imballaggi dovranno poi essere eliminati gradualmente dall’Ue, insieme alle singole confezioni monouso per alimenti e bevande vendute ne ristoranti e nei bar.

L’accordo prevede anche la possibilità, per gli Stati, di stabilire vari criteri di qualità e sicurezza alimentare, che potrebbero giustificare così le deroghe al divieto. Ad esempio, si potrà continuare a usare imballaggi monouso solo necessari per proteggere un prodotto molto delicato, come i mirtilli e i piccoli frutti, o quando si tratta di prodotti che si deteriorano rapidamente.

Il rischio per questo tipo di soluzione potrebbe essere quello di frammentare il mercato interno, creando problemi per le aziende esportatrici di ortofrutta. Se infatti ogni Stato membro decidesse autonomamente sugli prodotti esentati, la logistica delle esportazioni e importazioni potrebbe diventare complicata.

Italia, voto contrario al regolamento Ue sugli imballaggi, le ragioni

Lo scorso dicembre l’Italia è stato l’unico paese ad aver votato contro l’adozione del mandato negoziale del Consiglio Ue sul regolamento sugli imballaggi. Secondo il governo italiano, il regolamento ha costi sociali ed economici elevati, non controbilanciati da soluzioni ambientali ottimali.

Il 28 febbraio, la presidenza belga ha presentato al Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti all’interno del Consiglio Ue, un testo rivisto al fine di ottenere il mandato negoziale per il secondo round di negoziati con il Parlamento. La proposta ha ottenuto il mandato per negoziare sulla base del nuovo compromesso.

Soddisfazione a metà per l’Italia

Accolte alcune delle richieste italiane”, ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, dopo l’accordo del 4 marzo tra Parlamento e Consiglio Ue sul nuovo Regolamento imballaggi.

Più dettagliata la valutazione della viceministra all’Ambiente, Vannia Gava: “L’esito del Trilogo conferma la bontà delle nostre proposte per tutelare ambiente e imprese. Apprezziamo la deroga orizzontale agli obblighi di riuso e le restrizioni circoscritte, ma serve ancora un surplus di riflessione”.

L’Italia ottiene quindi alcune concessioni, come la deroga agli obblighi di riuso per alcuni tipi di imballaggi e la limitazione delle restrizioni. Tuttavia, il governo italiano ritiene che non sia abbastanza e che siano necessari ulteriori miglioramenti per tutelare le imprese e l’ambiente.

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