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Per chi decide di restare al lavoro arriva il bonus Maroni, ecco la novità.

Nel testo della Legge di Bilancio 2023 trova spazio il bonus Maroni, un incentivo sullo stipendio per chi decide di rimanere al lavoro anziché andare in pensione con Quota 103.
Di fatto, il bonus prevede lo stop del versamento dei contributi a carico del lavoratore, aggiungendoli così al netto dello stipendio. Successivamente, nel momento del pensionamento, la liquidazione sarà pari a quella che sarebbe spettata alla data della prima scadenza utile per il pensionamento, calcolato sulla base dell’anzianità contributiva maturata a quel momento.

Bonus Maroni, cos’è

 “Incentivi al trattamento in servizio dei lavoratori” è questo il titolo della misura che appunto, prevede un bonus in busta paga per chi decide di restare nel mondo del lavoro anche se ha maturato i requisiti necessari per la pensione.

Stando a quanto riportato, al cittadino interessato verranno versati in busta paga i contributi che il proprio datore di lavoro solitamente versa all’Inps nella misura del 9% circa e anche quelli sull’impresa, quasi il 24%.

Di fatto, il lavoratore si troverà con un bonus del 33%, a cui potrebbero seguire aumenti nel caso di un aumento di stipendio.

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Sarà possibile accedere alla misura se il lavoratore decide di rimanere al lavoro. In questo modo “viene meno ogni obbligo di versamento contributivo” da parte dell’azienda. Questo significa che la somma corrispondente alla contribuzione che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale è corrisposta interamente e direttamente al lavoratore.

Ecco quanto potrebbe guadagnare in più il lavoratore

Se il lavoratore che decide di rimanere al lavoro nonostante l’età pensionabile, al datore di lavoro la scelta non comporterà alcun cambiamento. Infatti, l’azienda continuerà a pagare lo stipendio dello stesso importo. Chiaramente il beneficio maggiore lo avrà il lavoratore che guadagnerà di più, in quanto riceverà l’intera somma destinata alla contribuzione.
Si tratta di aumenti che seguono l’andamento dello stipendio.  Si passa da rialzi netti di 226 euro al mese per la fascia delle 12mila euro fino a 711 euro in più ogni mese per i redditi lordi di 45mila euro.

Per quanto riguarda gli aumenti suddivisi per stipendio, il quotidiano Repubblica riporta il guadagno previsto per ogni fascia:

  • 283 euro netti al mese se lo stipendio lordo è di 15mila euro;
  • 330 euro al mese se è di 18mila euro lorde;
  • 367 euro in busta paga se lo stipendio è di 20mila euro;
  • 403 euro se lo stipendio è di 22mila euro lorde.
  • 458 euro nette al mese per chi guadagna 25mila euro l’anno;
  • 474 euro mensili per chi ne guadagna 30mila;
  • 553 euro netti al mese per i lavoratori che percepiscono 35mila euro;
  • 632 euro per chi ne prende 40mila;
  • 711 euro per chi prende 45mila euro.


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