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Ecco le novità introdotte dall’Unione Europea alla direttiva “Case Green” che permetterà la tanto ambita neutralità climatica entro il 2050

Si chiama Energy Performance of Building Directive dell’Unione Europea (EPBD), in Italiano “Case Green”, sarà la prossima direttiva ad entrare in vigore. Probabilmente, il suo testo definitivo arriverà dal Parlamento Europeo durante una sessione programmata tra l’11 e il 14 marzo.

La direttiva punta a ridurre le emissioni nocive dell’Unione Europea e a raggiungere l’ambito obiettivo di emissioni zero entro il 2050, attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. L’iniziativa fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55. Testo modificato più volte per renderlo accettabile per tutti i Paesi europei.

Ecco cosa prevede il nuovo accordo

La direttiva è suddivisa in punti con obiettivi estremamente precisi:

  • Entro il 2030, tutti gli immobili residenziali considerati più inquinanti dovranno ridurre i consumi energetici medi del 16%. Percentuale che salirà al 20-22% entro il 2035.
  • Dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi immobili residenziali dovranno essere a zero emissioni da combustibili fossili, mentre per gli edifici non residenziali l’obbligo scatterà dal 1° gennaio 2028.
  • Per gli edifici non residenziali, entro il 2033 la riduzione dei consumi energetici dovrà essere del 16% entro il 2030.

La riduzione del 55% dei consumi energetici dovrà chiaramente essere ottenuta attraverso la riqualificazione degli immobili con le prestazioni energetiche più basse. Questo significa, che entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali ed entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Di fatto, le nuove regole assegnano maggiore autonomia ai Paesi membri, che potranno quindi scegliere gli edifici da riqualificare, stabilire le misure da adottare e decidere se impostare esenzioni.

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Con l’ultimo aggiornamento dello scorso dicembre, sono stati eliminati gli obblighi legati alle classi energetiche. Infatti, secondo il nuovo testo, l’efficienza energetica degli edifici non sarà più valutata attraverso la certificazione energetica, ma tramite obiettivi medi che varieranno a seconda del Paese. Questi obiettivi, verranno presi in considerazione attraverso varie caratteristiche, come iò patrimonio edilizio, il sistema nazionale di classificazione energetica e le varie strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.

Gli edifici esclusi dalla direttiva

Se la Direttiva europea sulle Case Green sembra essere piuttosto restrittiva, prevede anche alcune eccezioni per gli edifici che non saranno obbligati ad effettuare interventi di efficientamento energetico, ovvero:

  • Luoghi di culto;
  • Edifici sottoposti a tutela per particolare pregio storico e/o architettonico;
  • Seconde case, ovvero edifici residenziali utilizzati meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico inferiore al 25% rispetto a quello che si avrebbe con un utilizzo durante tutto l’anno;
  • Edifici di edilizia residenziale pubblica;
  • Immobili autonomi con superficie inferiore a 50 metri quadrati;
  • Edifici temporanei, come uffici di cantiere, stabilimenti balneari,
  • Edifici situati in zone vincolate e protette.

Non solo, ma è prevista un’eccezione per motivi di fattibilità tecnica ed economica, ma potrà applicarsi al massimo al 22% degli edifici di ciascun Paese europeo. Questa dovrà essere richiesta esplicitamente dal Paese interessato alla Commissione europea.

Addio alle caldaie a combustibili fossili

La normativa in questione propone inoltre, una strategia graduale per eliminare l’utilizzo delle caldaie alimentate da combustibili fossili. La misura è nata per incentivare l’adozione di fonti energetiche più sostenibili, riducendo così l’utilizzo dei combustibili fossili, associati all’inquinamento atmosferico e alle emissioni di gas serra.

In questo caso, saranno i vari Stati membri a disegnare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. Intanto, a partire dal 1° gennaio 2025, verranno interrotti i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili. In questo modo, i vari gli Stati, dovranno elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente questo tipo di caldaie entro il 2040.

Installazione degli impianti solari, ecco le date da segnare

Gli Stati membri dovranno installare impianti solari secondo il seguente calendario in ordine cronologico:

  • Entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m².
  • Entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m².
  • Entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m².
  • Entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m².
  • Entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti ma con una superficie utile superiore a 500 m² in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante.
  • Entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici.

I nuovi edifici ad emissioni zero, cosa prevede la normativa

La normativa prevede che i nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni debbano essere a emissioni zero a partire dal 2028. Successivamente, dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno rispettare questo requisito di emissioni zero.

Non solo, ma dal 1° gennaio 2030, anche tutte le altre nuove costruzioni dovranno adeguarsi a questo standard, nonostante sia possibile è possibile richiedere deroghe specifiche in casi particolari.

Chiaramente, stare al passo con le date non sarà facile. Per questo motivo per promuovere il processo di adeguamento la sostenibilità nel settore edilizio, verrà istituito uno sportello unico dedicato alle ristrutturazioni. Lo sportello offrirà consulenza indipendente e gratuita sulle ristrutturazioni degli edifici. Tutti gli Stati membri saranno tenuti a implementare misure di supporto per garantire il raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica degli edifici, fornendo assistenza, tecnica finanziaria e regimi di finanziamento integrati.

Le sanzioni per chi non rispetta le regole

Al momento, non sono specificate sanzioni particolari per chi non adegua gli immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti. Nonostante questo, spetterà ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.

Infatti, ogni Paese potrebbe prevedere l’imposizione di multe proprio per il mancato adeguamento degli immobili.

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