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Le PMI italiane potrebbero essere a rischio “credit crunch”. Ma che cosa vuol dire e cosa comporta tutto ciò?

PMI italiane e credit crunch: l’allarme

La CGIA di Mestre lancia un allarme: le pmi italiane, infatti, sarebbero a rischio credit crunch. Ma che cosa si intende con questa locuzione? Si tratta di un termine che indica “stretta creditizia”. Quindi, si fa riferimento, quando se ne parla, alla contrazione dell’offerta di credito da parte di istituti bancari. Spesso, aumentano i requisiti necessari per poter ottenere un prestito e si verifica l’assottigliamento dell’offerta creditizia. Per ciò che concerne le imprese italiane, il calo sarebbe del 7,7%. Preoccupano soprattutto le aziende ancora più piccole, che hanno registrato una stretta maggiore, pari all’8,7%.

Ma quali sarebbero i rischi principali in questi casi? Una problematica su tutte è quella dell’impossibilità di compiere investimenti. Ancora, può esistere la possibilità di avere problemi sui pagamenti ai fornitori o, addirittura, di non poter versare lo stipendio ai propri dipendenti, proprio perché la società in credit crunch non ha liquidità sufficiente.

Come caso limite, essa può anche portare alla chiusura definitiva dell’attività. Ciò che ha consigliato la CGIA di Mestre, colei che ha lanciato l’allarme, è la necessità che il Governo provveda a finanziare di nuovo il Fondo di Garanzia per le PMI, che esiste già dal tempo della pandemia da Covid-19. In questo modo, molte piccole e medie imprese potrebbero avere di nuovo la possibilità di risollevare le proprie sorti.

Le Regioni italiane più a rischio

In Italia, esistono alcune regioni che hanno un rischio maggiore in ambito di credit crunch. Esse si trovano prevalentemente lungo la dorsale adriatica. I prestiti bancari alle piccolissime imprese, in ogni caso, attualmente ammontano a 111 miliardi di euro. La Regione che subito una maggiore contrazione è quella delle Marche, con un -11,1% ed un valore assoluto di 421 milioni di euro. A seguire, il Veneto con un -10.2%, il Friuli Venezia Giulia e La Lombardia, entrambe a -10.1.

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