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Utopia o possibile realtà? Un interessante tema di discussione per le aziende italiane è quello in merito alla cosiddetta “settimana corta”. Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente rispetto a soli cinque anni fa e la pandemia ha rivoluzionato le priorità dei lavoratori e le modalità stesse di lavoro, come conferma l’attuazione dello smartworking in gran parte delle realtà attive in Italia.

Sebbene alcune aziende abbiano iniziato a testare la settimana lavorativa di quattro giorni, l’introduzione di questa nuova modalità resta un tema molto dibattuto in Italia. Cosa si intende con “settimana lavorativa corta”? La settimana lavorativa di quattro giorni consiste in una riduzione delle ore di lavoro dalle canoniche 40 a 32, permettendo ai dipendenti di concentrare l’attività lavorativa in quattro giorni e guadagnare un giorno di riposo in più, il tutto senza decurtazioni allo stipendio mensile.

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La settimana corta nel nord Europa

Ad oggi, il Nord Europa è stato pioniere nella sperimentazione di questa nuova modalità e sempre più paesi stanno cercando di adattarsi al nuovo stile di vita richiesto dai dipendenti, più attenti alla flessibilità e al work-life balance. Gli effetti benefici che le aziende hanno riscontrato sono molteplici, per esempio la produttività risulta essere qualitativamente migliore e anche il livello di stress dei dipendenti è diminuito, bilanciando meglio il lavoro e il tempo libero.

Recentemente, l’associazione britannica 4 Days Week Global, in collaborazione con le Università di Cambridge, di Oxford e il Boston College, ha istituito un periodo sperimentale di sei mesi in cui è stata testata questa nuova modalità lavorativa. Il progetto si è svolto chiedendo ai dipendenti di lavorare 4 giorni a settimana senza alcun impatto economico e valutando gli effetti sulla produttività aziendale e sulla soddisfazione del personale. Il risultato dell’esperimento si è rivelato ampiamente positivo: i lavoratori hanno riscontrato un maggior benessere psicofisico, un corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata e, infine, un alto livello di soddisfazione e appagamento. Allo stesso tempo, è stata registrata una diminuzione delle percentuali di assenteismo e di dimissioni.

La settimana corta in Italia

Secondo l’ultimo rapporto “OECD Employment Outlook” dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in Italia le ore lavorative ammontano a 1.723 ore l’anno, permettendo al Paese di attestarsi nel mezzo della classifica, tendendo maggiormente verso quei Paesi che hanno registrato più “hours worked” (hw). A questo proposito, l’esperimento di accorciare la settimana lavorativa sta facendo riflettere molte imprese italiane perché questo nuovo approccio potrebbe rappresentare una vera e propria “rivoluzione” nel mondo del lavoro italiano. 

Per mettere in atto questo esperimento tanto discusso sono necessari: organizzazione, condivisione degli obiettivi e dialogo senza dimenticare il benessere mentale dei lavoratori che gioca un ruolo essenziale in questo contesto. Abituarsi e adattarsi ad un cambiamento, specialmente di questo calibro, non è semplice. Negli ultimi anni, la modalità di lavoro si è trasformata a tutti gli effetti in un benefit e la scelta di quest’ultimo da parte del lavoratore ha permesso a molte aziende di assistere ad un aumento della produttività e della motivazione in azienda. In alcuni casi si è perfino riusciti ad attenuare situazioni di “burnout” o di riequilibrare la situazione di quei dipendenti che sentivano l’esigenza di coniugare meglio gli impegni personali con gli orari di lavoro.  

Inoltre, simili trasformazioni implicano variazioni anche all’interno della struttura organizzativa aziendale e di conseguenza è necessario adottare soluzioni appropriate per continuare ad assicurare l’efficienza dal punto di vista sia dei risultati sia della gestione dei propri talenti. In particolare, nel caso della riduzione della settimana lavorativa, è fondamentale che le aziende si avvalgano di un partner tecnologico per ridisegnare strategicamente la pianificazione della forza lavoro, in modo da mantenere sia gli obiettivi professionali del singolo dipendente, sia quelli dell’azienda.

I risultati delle aziende italiane che per prime hanno scelto di introdurre questa modalità sono ancora in fase di valutazione e per alcuni settori sarà impossibile attuarla, ma ciò che è certo è che la pandemia ha portato alla luce alcune difficoltà dei dipendenti, in particolare legate allo stress e al rischio di “burnout”, che oggi le aziende non possono e non devono più ignorare. Le abitudini dei lavoratori sono cambiate, si hanno molte più informazioni sui danni del cosiddetto “workaholism” e sulle sue conseguenze, ma forse siamo giunti ad un punto di svolta. Oggi, avvalendosi delle giuste strategie, trovare un equilibrio tra vita lavorativa e privata è un requisito fondamentale sia per i lavoratori con più esperienza, sia per attirare nuovi talenti che si affacciano al mondo del lavoro per la prima volta.

La settimana lavorativa di quattro giorni rappresenta una rivoluzione non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende che, in un mondo del lavoro sempre più flessibile e attento ai bisogni dei dipendenti, hanno la necessità di consolidare le piattaforme HR in cloud, caratterizzate dall’ampio utilizzo del self-service. Questa scelta può rivelarsi una soluzione efficace per gestire in maniera rapida ed efficiente molte delle richieste, semplificando i processi che spesso vengono ancora svolti manualmente. 

Come evitare, al contrario, di richiedere uno sforzo maggiore ai dipendenti in minor tempo? La tecnologia potrà essere un alleato di questa nuova modalità di lavoro, ma saranno i manager e le aziende a fare la vera differenza in questo caso, riuscendo a distribuire correttamente i carichi di lavoro in base ai quattro giorni lavorativi.  Permettere ai dipendenti di riuscire a migliorare la loro qualità di vita, rendendoli più felici e più soddisfatti del loro lavoro, aiuterà non solo nella talent retention, ma aumenterà la produttività, l’entusiasmo all’interno dei team e il senso di appartenenza all’azienda. 

Marco Dell’Uomo – Italy Country Leader di Alight Solutions

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