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Un’analisi sulle imprese effettuata da Cerved ha evidenziato che mancherebbero all’appello oltre 10.000 start up in Italia.

Imprese, brusco calo delle start-up secondo le analisi

Uno studio condotto da Cerved, riferito alle aziende nate nel 2022, ha dimostrato come, in Italia, vi siano 10.000 imprese in meno, pari ad un -10,6%. I tassi di flessione delle nuove imprese si trovano con un grande calo soprattutto nelle zone del Nord Ovest e nel Mezzogiorno. Si stima che le Regioni ad aver subito i cali maggiori in tale ambito siano in assoluto la Campania (-1484 aziende), seguita dalla Lombardia (-1.366) e dal Lazio (-1.325).

Il dato riguardante le aziende “mancanti” del 2022 sono peggiori addirittura di quelli del 2019: ne deriva che il potenziale impatto occupazionale potrebbe mettere a rischio ben 27mila posti di lavoro. Più problemi al Sud Italia e nelle Isole, cioè nei luoghi in cui le start up sono la primaria fonte di nuove occupazioni. In tali luoghi, infatti, le start up sono state il 32% delle nuove occupazioni nel 2021. L’impatto minore, invece, è registrato nel Nord Ovest.

Meno imprese secondo Cerved: quali sono i motivi?

Ma quali sono i motivi che hanno portato ad una diminuzione delle imprese? Secondo gli esperti, questi sono da ricercarsi nei continui aumenti dei prezzi e dei tassi d’interesse, nonché nel rallentamento dell’economia e dell’incertezza dei mercati. La diminuzione di nuove start up è un dato da non trascurare, proprio perchè queste sono state il motore della crescita a livello occupazionale negli ultimi 15 anni. Lo sviluppo, in generale, di nuove imprese, è da sempre un indicatore chiave per poter analizzare attentamente la congiuntura economica ed il dinamismo dei settori economici.

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Con 10.000 imprese in meno, secondo Cerved, il rischio è quello di registrare un calo di fatturato totale pari ad almeno 2,5 miliardi di euro.

I settori migliori e peggiori secondo i dati

Le flessioni in negativo più marcate rispetto al 2021 riguardano le aziende che si occupano di utilities, con un -28,9%, mentre il settore migliore sembra essere quello delle costruzioni, che ha registrato un -5,8%. Reggono le imprese del settore TLC e del facility management, entrambe in ripresa dal post-Covid.

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