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Il nuovo trend che interessa anche gli operatori del ricettivo

Mare, montagne, lago, acqua, natura. Chi non sogna di lavorare stando in vacanza? Pensate ad una riunione vista Dolomiti, ad una pausa pranzo in un rilassante prato verde, ad un ufficio vista mare, oppure ad un tuffo in piscina subito dopo una call col cliente, ad un break in un grande prato verde o ad un aperitivo post lavoro in un gazebo sulla spiaggia.

Cos’è il Workation

Ecco a voi il Workation, inglesismo intuitivo da work (lavoro) e vacation (vacanza), un’opportunità non per tutti, ma di certo fantastica per quei lavori che si possono fare da casa o da qualsiasi parte del mondo. Bastano una connessione internet, un pc e un tavolino.

Innescato dallo smart working, che in quest’anno pandemico ci ha insegnato, volutamente o forzatamente, a lavorare da casa, per molti fortunati sarà il trend del futuro.  Alcuni hotel, resort e residence si sono già attrezzati offrendo agli ospiti servizi dedicati, in particolare spazi e stanze connessi col mondo.

In cosa consiste

Anziché lavorare da casa, i fortunati potranno ricreare il proprio luogo di lavoro in una bella stanza d’albergo o in un appartamento in residence con tavolo-scrivania e wi-fi, con la possibilità di fare break lunghi o brevi che in un blitz li catapultano in vacanza; a portata di mano palestra, piscina, giardino, spiaggia, SPA e centro wellness, un bosco dove fare il pieno di aria al profumo di resina o un prato dove camminare scalzi.

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Sostanzialmente è vacanza ma lavori. È lavoro, ma sei in vacanza.

I vantaggi del Workation per le strutture ricettive

Non male! ma soprattutto l’occasione per una bella ricarica naturale. L’importante è darsi una regola, ci vuole molta autodisciplina a rientrare “al lavoro”, diciamolo. Una nuova prassi che andrà ad incidere sulle abitudini e quindi sul settore turistico con ottimi riscontri per gli operatori del ricettivo che sapranno aprirsi a questa novità.

Potremmo definire il fenomeno come nuovo trend nel settore del business tourism, una nuova opportunità per gli hotel nelle tradizionali destinazioni turistiche che mai avrebbero pensato di ospitare in vacanza persone che… lavorano! Ottimi i risvolti, innanzitutto sul periodo: anziché concentrare le vacanze in uno o due periodi tradizionali dell’anno, ecco la necessità di diluirle in termini di periodo e durata, per la felicità di albergatori e operatori, superando i concetti di weekend e alta stagione.

È evidente che la scelta di un soggiorno che ti consente di fare il turista nelle ore in cui non lavori, incide sulla scelta della location e sulla tipologia di esperienza. Spazio quindi anche a mete meno turistiche, da godersi familiarizzando con gli abitanti del luogo per una perfetta sintonia con il territorio e le sue tipicità.

Workation come possibile soluzione per il futuro

Si stima che entro il 2035 un miliardo di persone lavoreranno da remoto e viaggeranno il mondo in piena libertà, quindi in perenne workation, scegliendosi – beati loro – la sede del proprio “ufficio”. Per questo il settore hospitality deve ripensare l’accoglienza strutturando spazi e servizi ad hoc. Nel 2021 e in futuro, seconde case, alberghi e B&B che meglio sapranno interpretare queste necessità e coccolare ancora di più l’ospite per gratificarlo nella sua insolita vacanza, saranno premiati a livello di fidelizzazione ma ancor più a livello economico.

Vediamo quanti sapranno cogliere questa opportunità.

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