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Se ad aprile ci doveva essere un rinnovo del sistema spid, ora i piani cambiano. Ecco quale sarà la fine dell’Identità digitale.

Questo sarebbe dovuto avvenire perché le convenzioni per la gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale, prorogate fino a fine 2022 vedranno la scadenza, proprio ad giugno 2023., prorogando così la scadenza di aprile. Almeno per ora quindi, non ci sarà nessun addio allo spid.

Quale sarà la fine dello SPID, i piani del governo

Stando a quanto riportato dal  progetto del Governo Meloni verrà prevista l’introduzione di una nuova Identità Digitale Unica Nazionale, gestita dallo Stato.

In sostanza, si tratta di unire lo SPID alla CIE ( Carta di identità elettronica) per riuscire a dare vita In altre parole, unire lo SPID alla CIE (Carta d’identità elettronica) per dar vita a un’unica applicazione da utilizzare per l’accesso ai servizi pubblici online.

L’obiettivo è quello di proporre un’applicazione come SPID, ma che sia nazionale. Tra i soci dell’applicazione, anche aziende note come Aruba, Infocert e Poste Italiane.

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Ecco quando arriverà la nuova identità digitale

Al contrario di quello che molti pensano, l’obiettivo non è quello di eliminare il meccanismo dell’identità digitale. Al contrario, si tratterà di renderlo nazionale, unico e gestito direttamene dallo Stato.

Alla base di questa decisione c’è soprattutto la semplificazione della vita digitale degli italiani, accessibilità dei servizi e il taglio della spesa pubblica.

Entro il mese di giugno, il Governo dovrebbe mettere a bando la gara per la nuova applicazione unificata. Tutto però dovrà passare da un tavolo tecnico composto da esperti che nutrono già dubbi pratici sulla sicurezza.

I costi

Nonostante l’entusiasmo della creazione della nuova applicazione rimane il problema principale riguardo la gestione dei costi. 

L’idea alla base della nascita dello SPID, era quella di offrire un servizio gratuito a cittadini e Pubbliche Amministrazioni, da finanziare coi flussi di cassa dei provider. Nel frattempo, però l’Esecutivo non ha creato le condizioni per raggiungere l’obiettivo.

Stando a quanto riporta Assocertificatori, pare che le autenticazioni abbiano raggiunto quota un miliardo. Non solo, realtà come l’Inps avrebbe risparmiato decine di milioni di euro grazie allo SPID. Una somma ingente, di cui i gestori non avrebbero però goduto. Nel 2022 l’AGID aveva proposto l’erogazione una tantum di un milione di euro da ripartire tra tutti. Che sarebbe stata comunque insufficiente. Il vero ostacolo da superare per il prossimo accordo sarà proprio questo.

L’utilità dello Spid

Come riportato sul portale online del Governo, lo SPID rappresenta “la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali”. Questo strumento permette quindi di usufruire dei servizi sul web della Pubblica Amministrazione per effettuare pagamenti, iscrizioni o accedere a bonus e agevolazioni. La sua erogazione avviene attraverso vari “identity provider” accreditati

Ad oggi i provider sono nove:

  • Aruba Pec;
  • In.Te.Sa;
  • TI Trust Technologies;
  • InfoCert;
  • Sielte;
  • Lepida;
  • Namirial;
  • Register;
  • Poste italiane.

I cittadini possono quindi scegliere a chi rivolgersi e, attraverso lo SPID, accedere con qualsiasi dispositivo a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione abilitati.

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