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In arrivo l’equo compenso per i professionisti, ma i parametri sembrano essere quelli vecchi. Il punto della situazione.

Equo compenso per i professionisti: parametri bloccati

Sono fermi al 2012/2013 i parametri riguardanti l’equo compenso per i professionisti. Soltanto quelli concernenti gli avvocati sembrano essere stati cambiati. Il disegno di legge potrebbe diventare norma a breve termine, nato che la Camera lo ha approvato in prima lettura ed è iniziato il consueto iter al senato. La maggioranza spinge per un via libera il più veloce possibile. Contrario al disegno di legge il COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali), mentre i favorevoli sarebbero, per adesso, ProfessionItalane, Confprofessioni e Adepp. Colap ha fatto sapere di essere pronto a ricorrere al Tar, se dovesse profilarsi la necessità.

Equo compenso: +5% per gli avvocati. E gli altri professionisti?

La strada verso l’equo compenso, cioè verso una remunerazione il più possibile equa e giusta, che possa essere commisurata alla qualità del lavoro svolto ed alla quantità, potrebbe però essere molto lunga. Gli importi, definiti attraverso decreto ministeriale, sono suddivisi come noto per categoria di attività. Soltanto gli avvocati, come dicevamo precedentemente, avranno un miglioramento delle loro condizioni: i loro compensi medi aumenteranno del 5%, ma si potrà arrivare addirittura ad un +30% nel caso di procedure di mediazione e di negoziazione assistita che vanno a buon fine.

Per ciò che riguarda gli altri professionisti, si partirà da compensi vecchi. C’è chi, oltre ad averli definiti vecchi, ha parlato pure di compensi incompleti: è il caso del il Consiglio Nazionale Commercialisti, che ha così commentato il disegno di legge.

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È già “allarme” tra gli altri professionisti, come gli architetti e gli ingegneri, poiché il ddl sembra essersi dimenticato di loro. Un aggiornamento che è assolutamente necessario, anche in virtù del nuovo studio di fattibilità, che richiederebbe prestazioni più complesse attualmente non previste dagli attuali parametri in vigore.

Cosa accade alle professioni senza Ordine

Per tutte le professioni che non hanno un Ordine, il ddl Meloni prevede paramenti per la prima volta, che devono essere creati con l’aiuto delle associazioni iscritte all’elenco del Ministero delle Imprese. Si tratta di tributaristi, CTU, archeologi, consulenti legali, traduttori. Una situazione piuttosto complessa, che non tiene conto del fatto che, quasi ogni giorno, nel nostro mondo nascono nuove professioni che non possono essere racchiuse in un solo decreto.

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