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Per le pensioni scatta “quota 103”, con l’innalzamento delle minime e un bonus per chi resta al lavoro: tutte le novità.

All’interno della nuova manovra di bilancio del Governo Meloni c’è ampio spazio per il capitolo pensioni, anche se la riforma completa del sistema previdenziale è stata rimandata al 2024. Molte le novità per i prossimi mesi.

Opzione Donna cambia sistema

Con Opzione Donna, a partire dal 2023 sarà possibile andare in pensione con 35 anni di contributi ma con almeno 60 anni di età.

Non solo, ma stando alle ultime novità le lavoratrici con un figlio usciranno a 59, chi ne ha due uscirà a 58. Chiaramente, l’uscita sarà soggetta ad un ricalcolo dell’assegno che arriva a tagliare il 30% del contributo finale. Viene però confermata invece l’Ape Sociale per i lavori usuranti.

Verso l’aumento delle pensioni minime

Cavallo di battaglia del Centrodestra, aumenta l’importo delle pensioni minime. Se nel 2022 l’assegno minimo era di 524,35 euro per 13 mensilità, a partire dal 2023 l’assegno salirà a 600 euro, adeguandosi anche all’ondata inflazionistica. Con questa novità, gli assegni delle pensioni minime saliranno di circa 45 euro al mese.

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Il bonus per chi continua a lavorare

Un’altra importante novità in manovra per chi decide di rimanere al lavoro nonostante il raggiamento dei requisiti.

Si parla di una decontribuzione del 10% per chi decide di rinviare l’uscita dal lavoro. Nel dettaglio, per i lavoratori dipendenti lo stipendio dovrebbe crescere di una quota pari a quella dei contributi a suo carico, ovvero circa 9,19% che non verrebbero più versati. Questo significa che la pensione dovrebbe rimanere quella maturata al momento del raggiungimento dei requisiti per l’uscita.

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