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Dopo energia e carrello della spesa arriva in Italia anche il caro musei.

Con l’inflazione alle stelle, i rincari toccano anche la cultura. AltroConsumo avrebbe infatti riscontrato un aumento medio del 10% nell’ultimo anno nei principali musei italiani.

In Italia anche il caro musei

Lo studio di Altroconsumo parte dalla capitale: un fine settimana a Roma può costare in media il 2% in più rispetto all’anno scorso. Ad esempio, Castel Sant’Angelo ha subito un aumento del 6% rispetto al 2022, mentre il museo archeologico del Colosseo più 29% in quattro anni.

E poi un’altra grande città classica, Firenze, dove i prezzi hanno visto una risalita del 4% rispetto al 2022. Uno dei posti più visitati, la Galleria degli Uffizi è stata sottoposta a una variazione del più 66% dal 2015 al 2018. In particolare, nel 2018 un biglietto in bassa stagione costava 12 €, mentre nel 2022 un biglietto in alta stagione è arrivato a costare 20 €.

I rincari non risparmiano neanche Venezia, che ha confermato un aumento in media del 10% rispetto al 2022. A partire dal 1° settembre 2023, Il costo della visita a Palazzo Ducale passerà da 26€ a 30€, segnando una crescita del 15% rispetto all’anno scorso.

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I possibili motivi dei rincari sui biglietti e gli aiuti dello Stato al settore

Alla base dell’aumento del prezzo dei biglietti d’ingresso per i musei in Italia , potrebbero esserci energia ed inflazione. Gli stessi motivi che di fatto hanno alzato anche il prezzo medio del carrello della spesa (vedi articolo sui rincari alimentari).

Questo è accaduto nonostante i 40 milioni messi a diposizione dal ministero della cultura lo scorso settembre. “Quaranta milioni per teatri, cinema, sale da concerto, musei e per gli istituti e i luoghi della cultura che hanno sofferto nell’ultimo anno l’incremento dei costi delle bollette di energia elettrica e gas. Un provvedimento per quei settori che svolgono un servizio culturale importantissimo, e che sono stati messi a dura prova dalla crisi energetica seguita alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Un sostegno fondamentale per evitare il rischio di chiusure e quindi di una riduzione dell’offerta culturale, ma anche l’eventuale rischio di un aumento del costo dei biglietti che, inevitabilmente, andrebbe a disincentivare la partecipazione del pubblico, compromettendo i primi segnali di ripresa”.

Lo aveva affermato il Ministro della Cultura, Sangiuliano, che ha firmato un decreto, con lo scopo di mitigare gli effetti del caro bollette. Chiaramente, dopo questo intervento ci si aspettava qualcosa di diverso sul fronte biglietti. A quanto pare però, almeno questo settore non sembra tornato alla normalità.

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