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Il governo Meloni mette la parola fine alla cessione dei crediti per il Superbonus e per tutti i bonus edilizi. E’ lo stop allo sconto applicato direttamente in fattura. Questo significa che le misure rimarranno in vigore ma lo lo “sconto” potrà essere ottenuto esclusivamente come detrazione d’imposta, in diversi anni.

A coloro che decideranno di beneficiare dei bonus edilizi, non resterà quindi che una possibilità: sostenere la spesa e anticipare interamente la somma richiesta per l’intervento, per poi riceverne il rimborso nel giro di dieci anni, sotto forma di detrazioni fiscali. L’intervento del Governo, arrivato con il decreto legge numero 11 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2023, rischia di avere conseguenze importanti, come sostengono Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e associazioni delle imprese.

Superbonus, la stretta del Governo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che mette il blocco alla cessione dei crediti per tutti i bonus fiscali edilizi, compreso il Superbonus, e sancisce il divieto da parte delle Pubbliche Amministrazioni di acquistare i crediti bloccati delle imprese edilizie. Fanno eccezione gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila prima dell’entrata in vigore del decreto, il 17 febbraio. Per le operazioni già in corso infatti, sono previste “specifiche deroghe” ancora in via di definizione.

Il testo modifica la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di:

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  • recupero patrimonio edilizio (Bonus Ristrutturazioni);
  • efficienza energetica (Ecobonus);
  • Superbonus 110%;
  • misure antisismiche (Sismabonus);
  • facciate;
  • impianti fotovoltaici;
  • colonnine di ricarica;
  • barriere architettoniche (Bonus Barriere 75%).

Sebbene l’obiettivo del Governo sia quello di evitare la formazione di nuovo debito pubblico, la decisione ha già sollevato un polverone politico e acceso polemiche su più fronti. In allarme il settore edile. Il 20 febbraio è previsto un incontro tra governo e associazioni di categoria per portare sul tavolo l’intervento approvato a sorpresa dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La decisione avrà infatti inevitabili conseguenze sul mercato e ripercussioni sui consumatori.

“Siamo intervenuti perché c’era stata una lievitazione dei crediti…Si tratta, quindi, di un’azione a tutela di cittadini, imprese e banche per impedire che una mancanza di controllo provocasse danni gravi all’economia». Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato nella conferenza stampa al termine del Cdm.

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