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Da qualche giorno sono ripartiti gli ecobonus promossi dal Ministero dello Sviluppo Economico, per l’acquisto di auto a ridotte emissioni.

L’ecobonus, sotto forma di contributi viene reinserito non per sostenere il mercato delle auto, ma semplicemente per finalità ambientali, integrando così la vigente normativa europea sulla qualità dell’aria.

Come funziona

La piattaforma informatica del bonus, permette ai concessionari di prenotare l’aiuto economico per il quale sono stati stanziati 40 milioni di euro. L’incentivo offerto varia da 750 a 2 mila euro in base al livello di emissioni dell’auto acquistata.

Si parla in particolare, di un veicolo usato di classe euro non inferiore a 6, con un prezzo medio non superiore a 25 mila euro e con emissioni tra 0-160 g/ Km di Co2.

Condizioni e requisiti per il contributo

Il contributo per l’acquisto dell’auto viene riconosciuto solo con rottamazione e si differenzia a seconda dalle fascia di emissioni del veicolo usato che si acquista così suddiviso:

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  • 0-60: 2 mila euro;
  • 61-90: 1000 euro;
  • 91-160:750 euro.

Inoltre, il veicolo rottamato dovrà essere della medesima categoria di quello acquistato, intestato da almeno 12 mesi all’acquirente o ad un famigliare convivente e dovrà essere immatricolato da almeno 10 anni.

Come fare domanda

La piattaforma per la presentazione delle domande è disponibile ecobonus.mise.gov.it. Ai fini dell’ottenimento dell’agevolazione è necessario presentare la Carta di circolazione o il Documento unico che certifica il passaggio di proprietà del veicolo.

Inoltre, devono essere presentati l’atto di acquisto, il documento di consegna, il certificato di proprietà e la fattura di vendita.

Infine è necessario anche il documento rilasciato da un quotatore terzo, il quale certifica che la quotazione di vendita non è superiore al limite di 25 mila euro. Si potrà accedere all’agevolazione nel limite delle risorse, ma entro il 31 dicembre 2021.

Inoltre, dal momento dell’acquisto sarà tendenzialmente il concessionario a riconoscere il contributo all’acquirente finale per poi recuperarlo come credito d’imposta.

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