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In base all’inflazione anche le pensioni nei prossimi mesi saranno rivalutate, ecco come.

L’inflazione non molla il record e di conseguenza, l’aumento del carello della spesa e dell’energia scateneranno anche delle rivalutazioni sul tema pensioni.

Di fatto, le pensioni saranno sottoposte ad un ricalcolo delle somme dovute in base ai livelli di inflazione.

Verso la rivalutazione delle pensioni

Generalmente, a gennaio di ogni anno, le pensioni vengono rivalutate e adeguate all’andamento dell’inflazione dell’anno precedente. Dal 2023 quindi, si potrebbe assistere ad un incremento degli assegni mensili del 7-8%.

Viste le particolari situazioni, per quest’anno la rivalutazione viene anticipata da ottobre 2022, ma Il provvedimento prevede due diversi meccanismi di aumento della quota:

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  • Un incremento valido per tutte le pensioni, dello 0,2% per recuperare sull’inflazione 2021;
  • Un anticipo, valido solo per i pensionati con reddito annuo fino a 35mila euro, di un ulteriore 2% sulla rivalutazione 2023.

A gennaio 2023 parte la rivalutazione pensionistica: di quanto potrebbero aumentare gli assegni

Come già detto, a gennaio 2023 scatterà la rivalutazione pensionistica per tutte le categorie. Invece, per chi percepisce un reddito annuo pensionistico da 35 mila euro, si prevede un incremento da un minimo di 188 fino ad un massimo di 215 euro mensili, per 13 mensilità.

Prendendo come esempio l’adeguamento dello 0,2%, la somma di adeguamento potrebbe arrivare a 2 euro lordi al mese per chi percepisce 1000 euro di pensioni.

Al contrario, riguardo l’adeguamento anticipato del 2%, gli incrementi potrebbero variare dai 10 ai 50 euro mensili, in base all’importo percepito.

Nel dettaglio, prendendo in esame l’adeguamento dello 0,2%, la somma appare modesta: 2 euro lordi al mese per pensioni da 1.000 euro. Per quanto riguarda invece l’adeguamento anticipato del 2%, si andrà dai 10 ai 50 euro mensili (in base all’importo della pensione percepita). Un primo aumento partirà dal mese di ottobre.

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