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Arriva, l’ok alle modifiche in materia di pensioni minime: ecco cosa viene previsto e per chi.

Dopo lunghe trattative, è stato raggiunto un accordo che punta a modificare la manovra in materia di pensioni minime. Una decisione, che non sarà per tutti.

La modifica della manovra, infatti, vedrà anzitutto degli interventi mirati agli over 75, con la maggiorazione che potrebbe entrare in vigore già a partire dai primi mesi del 2023.

Pensioni minime a 600 euro

 Se infatti l’intenzione iniziale, era quella di portare il minimo a 1.000 euro, il traguardo raggiunto ha portato l’esecutivo a fermarsi a 600 euro, soprattutto dopo i dialoghi con l’inps.

L’applicazione delle pensioni minime, sarà dedicata ai più anziani, ovvero agli over 75 per cui la finanziaria aveva inizialmente previsto altro. Infatti, nella prima versione della manovra, gli ultrasettantacinquenni erano equiparati ai pensionati “più giovani” con una maggiorazione straordinaria che aveva portato l’aumento da 525 a poco più di 570 euro, a partire dal primo gennaio. Alla fine, è stata accolta la richiesta di Forza Italia che chiedeva di più arrivando ad un minimo di 600 euro. Secondo le ultime informazioni, la somma potrebbe essere versata tra marzo e aprile del 2023.

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Pensioni, rivalutazione opzione donna: che altro c’è in manovra

Non cambia invece, per ora, “Opzione donna” così come formulata nell’attuale versione della manovra. 

Infatti, negli emendamenti del governo non compare alcuna modifica della misura. Misura che al momento prevede per il 2023 la possibilità dell’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni,

 Questo, limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiverinvalide almeno al 74%, licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi. Niente perché è stato del tutto confermato, visto che l’opposizione insiste per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida per tutte le donne.

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