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Da sempre, l’Italia come il resto del mondo, sperimenta cambiamenti culturali, sociali, economici, ambientali e tecnologici, ma quella posta dal Covid è sicuramente una sfida complicata che potrebbe portare anche l’apertura di un nuovo terreno di gioco per i lavoratori.

Anzitutto con l’arrivo del covid, la tecnologia ha cambiato anche il modo in cui si lavora, convergendo sempre di più verso un Paese verde e digitale. Da qui, le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e tutti i servizi a portata di smartphone potrebbero portare verso un mondo con maggiori opportunità per imprese e lavoratori, creando nuove esigenze da colmare con nuove mansioni.

I possibili cambiamenti nel lavoro post-covid:

Questo fatto, è stato ufficializzato anche dall’ultimo rapporto sul lavoro della Mckinsey Global Institue, in cui viene sottolineato che tra gli effetti della pandemia, trova spazio “l’accelerazione di un automazione e ricorso all’intelligenza artificiale, già precedentemente in atto”.

Ovviamente, questa transizione potrebbe portare a cambiamenti rilevanti. Il report sul futuro del lavoro post-covid infatti, prevede che 100 milioni di lavoratori tra Spagna, Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Cina e India dovranno trovare un’occupazione diversa entro il 2030.

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A livello italiano invece, le ultime previsioni sui fabbisogni occupazionali e professionali nei prossimi anni elaborato da Excelsior di Unioncamere, prevedono che il sistema economico italiano dovrà sostituire 2,5 milioni di attuali occupati per motivi di pensionamento.

I settori del lavoro post- covid:

Quindi, i posti disponibili sarebbero 1,9 milioni se si considera uno scenario economico “ prudente”, mentre salirebbero a 2,7 milioni in uno scenario economico post pandemia più ottimistico.

Entrambi gli scenari economici avranno comunque un bisogno consistente di lavoratori che spaziano dalla sanità, all’assistenza sociale, per oltre 165 mila unità.

Le prospettive occupazionali crescono anche per i servizi informatici, (con un fabbisogno fino a 63.900 posti), i servizi formativi, l’istruzione ( fino a 38.700 posti), l’industria alimentare e le public utilities come, gas, energia e acqua.

Per il futuro occupazionale dell’Italia, nelle sue previsioni, Excelsior prevede un rimbalzo dell’economia nel biennio 2022-2024 favorito dai fondi Europei, portando ad aumentare la domanda di lavoro anche nei settori più colpiti dal covid.

Nonostante gli scenari, più o meno ottimistici, rimane comunque indispensabile un rilancio delle politiche attive del lavoro, accompagnate dalla costante formazione che gioca un ruolo chiave nella transizione dei lavoratori.

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