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Le regole su paternità e maternità cambiano. Più tutele per professionisti, lavoratori autonomi e dipendenti.

Il Consiglio dei ministri ha recepito la direttiva europea sull’equilibrio tra attività professionale e vita famigliare.

Le nuove regole per il congedo parentale

L’obiettivo del legislatore è quello di garantire una maggiore conciliazione tra i tempi dedicati al lavoro e quelli per la famiglia. Per questo vengono aumentanti i mesi di congedo:

  • Passano da 6 a 9, i mesi complessivi di congedo parentale coperto da indennità nella misura del 30% ed entro i limiti massimi di congedo fruibili dai genitori;
  • Aumentano da 10 a 11 i mesi di congedo parentale spettanti al genitore solo per i nuclei familiari monoparentali;
  • Il diritto all’indennità viene esteso fino ai 12 anni di età del bambino, nella misura del 30% della retribuzione e spetta:
  • A ciascun genitore nella misura di 3 mesi non trasferibili;
  • A uno dei genitori in alternativa tra loro nella misura di ulteriori 3 mesi.

Il congedo di paternità diventa obbligatorio

Una delle novità più importanti del decreto legislativo, è la messa a regime del congedo di paternità obbligatorio per 10 giorni lavorativi.

Il padre lavoratore può quindi, fruire del congedo a partire dai due mesi precedenti la nascita e fino a 5 mesi dal parto, sia in caso di nascita sia di morte perinatale.

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Questo diritto si aggiunge al congedo di paternità «alternativo», riconosciuto ai papà solo nei casi di grave infermità, morte o abbandono del bambino da parte della madre.

Con questa misura, il legislatore intende riequilibrare i carichi di cura, generalmente affidati alle donne, al fine di promuovere un’effettiva parità di genere sia in ambito lavorativo, sia familiare.

Maternità a rischio anche per le autonome

Fino ad oggi le lavoratrici autonome e le professioniste con cassa, avevano diritto all’indennità di maternità nel periodo che va da 2 mesi precedenti alla data del parto ai 3 mesi successivi. L’indennità copriva un periodo di 5 mesi totale nella misura dell’80% del reddito professionale denunciato al fisco.
Con la nuova disciplina invece, si riconosce il diritto all’indennità di maternità anche nei periodi di astensione anticipata per maternità a rischio, necessariamente certificata dalla Asl.

Le sanzioni per il datore di lavoro che ostacola i congedi e i premi per chi lo favorisce

La disposizione approvata, stabilisce anche delle severe sanzioni per i datori di lavoro che ostacolano i lavoratori dipendenti nell’accesso alle agevolazioni dei congedi di paternità obbligatoria e più in generale, in favore della genitorialità.

Nel dettaglio, a partire dal 1 gennaio 2022 è stata introdotta una certificazione della parità di genere, che punta a verificare che l’azienda promuova iniziative di parità di genere salariale e che tuteli la genitorialità. Le aziende private che ottengono tale certificazione possono beneficiare dell’esonero contributivo dell’1% e fino a un massimo di 50 mila euro annui.

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