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Il recente Dossier dell’Inail, mette in luce come in tema di sicurezza sul lavoro, le donne siano le più penalizzate. A parlare sono i numeri: le denunce di infortunio registrate tra gennaio e dicembre 2022, sono aumentate del 25,7% rispetto all’analogo periodo del 2021, con una maggiore incidenza delle lavoratrici, che registrano un +42,9%.

Donne e sicurezza sul lavoro: l’effetto Covid

Dall’impennata delle denunce di infortunio quale effetto della pandemia di Covid, alle violenze ai danni soprattutto delle operatrici sanitarie, fino alla maggiore incidenza dei disturbi psichici e nevrotici rispetto agli uomini. Questi sono alcuni dei dati che emergono dal nuovo Dossier donne dell’Inail e che descrivono un quadro piuttosto preoccupante.

Il vertiginoso aumento delle denunce di infortunio sul lavoro, è principalmente riconducibile al notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare di quelli da Covid-19. “Gli infortuni sul lavoro correlati al virus, infatti, dall’inizio dell’emergenza sanitaria hanno coinvolto maggiormente le donne, più presenti in quegli ambiti lavorativi con un’esposizione elevata al rischio di contagio come, ad esempio, il settore della sanità e dell’assistenza sociale, la grande distribuzione, le pulizie”, si legge nel commento al Dossier Inail.

Le professioni maggiormente esposte al rischio Covid sono infatti, secondo i dati emersi, quelle sanitarie, a partire dai tecnici della salute in prevalenza infermiere ma anche fisioterapiste e assistenti sanitarie. Tra le professioni non sanitarie, ai primi posti figurano le impiegate addette alla segreteria e agli affari generali (5,6%), le addette alle pulizie (2,1%, anche di ospedali e ambulatori), le insegnanti delle scuole primarie e pre-primarie (1,7%).

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Le donne vittime di aggressioni e mobbing

Le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze, da parte per esempio di pazienti o loro familiari nel caso delle operatrici sanitarie, da studenti e parenti nel caso delle insegnanti, fino alle rapine in banca e negli uffici postali, rappresentano circa il 3% di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro e riconosciuti dall’Inail. Tra queste, oltre il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali.

Per quanto riguarda le malattie professionali, quelle denunciate dalle lavoratrici nel 2021 sono state 14.878, 2.817 in più rispetto all’anno precedente (+23,4%) e pari al 27% delle 55.202 denunciate nel complesso. Ed ancora, a prevalere rispetto agli uomini, sono i disturbi nevrotici, legati a stress lavoro-correlato, ad esempio per mobbing (l’82% per le donne e il 76% per gli uomini), seguiti dai disturbi dell’umore (rispettivamente il 14% e il 20%).

Accanto agli incentivi, agli sgravi fiscali per le aziende che assumono donne e alle misure previste a favore dell’occupazione femminile, è fondamentale porre maggiore attenzione anche alla questione della sicurezza sui luoghi lavoro, che non deve limitarsi ad un mero obbligo di legge e all’applicazione degli adempimenti previsti.

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