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Il Decreto Lavoro prevede sanzioni per omesso versamento dei contributi. A quanto ammontano e come saranno puniti i responsabili?

Decreto Lavoro, le sanzioni applicabili

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 maggio 2023, il Decreto Lavoro prevede molteplici provvedimenti. Tra questi, come già sappiamo, l’assegno di inclusione ed il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi. Presenti anche importanti sanzioni per chi omette il versamento delle ritenute previdenziali. In questo caso, infatti, si configura un reato che, come noto, può venir punito con multe o con reclusione, nel caso più grave.

Ma a quanto ammontano le sanzioni per un datore di lavoro che omette il versamento delle ritenute previdenziali? Precedentemente, per importi inferiori a 10.000 euro annui, si riceveva una sanzione che andava da un minimo di 10.000 euro ad un massimo di 50.000 euro. Ma attraverso il Decreto Lavoro, le cose sono cambiate.

Omesso versamento dei contributi: ecco che cosa comporterà nel dettaglio

Nel dettaglio, il Decreto Lavoro va a modificare un precedente articolo: se l’importo omesso non supera i 10.000 euro annui, la sanzione ammonterà da un minimo di una volta e mezza ad un massimo di quattro volte l’importo omesso.

Se il pagamento è già avvenuto in misura ridotta e prima dell’entrata in vigore del decreto, non sarà possibile applicare le nuove sanzioni. In tal caso, infatti, il rapporto si dovrà considerare come esaurito. Le inadempienze si riferiscono a periodi di omissione che vanno dal 1 gennaio 2023 in poi. Le violazioni potranno essere notificate entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello del mancato adempimento.

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Da considerare, inoltre, come il datore di lavoro non sia punibile se provvederà a versare le ritenute previdenziali entro 3 mesi dalla contestazione o dalla notifica della violazione. Ricordiamo, inoltre, come l’omissione del versamento che superi i 10.000 euro preveda la reclusione fino a 3 anni, nonché una multa fino a 1.032 euro.

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