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Con il problema dell’inflazione e i prezzi dell’energia schizzati alle stelle molte aziende si trovano costrette a piegare sulla cassa integrazione.

Fino ad oggi, è stato registrato un +45% di Cig e questo trend potrebbe continuare fino a quando il Governo non introdurrà qualche intervento mirato,

Prima è stato per il covid, ora tocca alla crisi energetica con  il carico crescente sulle aziende delle bollette di gas e luce che ha portato ad un ricorso sempre più crescente alla cassa integrazione per ammortizzare i costi. Il problema però, potrebbe peggiorare con l’arrivo dell’autunno.  

Per questo il governo Draghi, sta studiando nuovi incentivi a favore delle imprese, a partire da una nuova cassa integrazione “scontata”, sul modello di quella scaduta lo scorso 31 maggio. L’idea potrebbe rivelarsi un aiuto determinante per le aziende, a rischio chiusura.

Verso il probabile aumento della cassa integrazione da gennaio

Stando a quanto dicono i dati Inps, viene riportato un aumento della cassa integrazione straordinaria. Secondo l’Istituto nazionale di previdenza, il ricorso all’ammortizzatore è cresciuto del 45,65% nel periodo gennaio-luglio 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Tra i settori più coinvolti ci sono l’edilizia ( +34,88%), l’industria (+35,81%) e il commercio ( +103,62%)

In una situazione normale, durante i mesi estivi i dati sugli ammortizzatori sono più contenuti, anche per le chiusure aziendali e le ferie. Di conseguenza, con questi numeri è possibile prevedere un’esplosione delle richieste di cassa integrazione a partire dall’autunno.

La proposta di una cassa integrazione scontata, di cosa si tratta

Anche se il Governo Draghi è in carica solo per gli affari correnti, il mandato prevede che gli interventi urgenti richiesti dalla contingenza economica vanno fatti. Per questo è stata aperta l’ipotesi di un prolungamento dell’ammortizzatore in versione scontata ovvero, senza addizionali.

Attualmente le addizionali per la cassa integrazione sono pari al 9%,12% e 15% in base all’utilizzo. Al contrario, per il Fondo Integrazione salariale l’addizionale è pari al 4% della retribuzione persa.

Durante la pandemia, era stata fatta un’agevolazione che tagliava del tutto queste voci di costo, ma solo per i cinque settori considerati in difficoltà.

Tutte le deroghe alla riforma degli ammortizzatori sono costate in totale quasi mezzo miliardo di euro e un ulteriore intervento simile, ad oggi, potrebbe valere minimo altri 100 milioni. Nulla è ancora confermato, ma basterebbe un emendamento per rendere di nuovo agibile lo sconto sulle Cig.

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