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La riforma fiscale prevede l’introduzione del concordato preventivo biennale, per PMI e per piccole Partite Iva. Ecco come funziona.

Cos’è il concordato preventivo biennale

Inserito nella misura di compliance dalla Legge Delega per ciò che concerne la riforma fiscale, il concordato preventivo biennale è un nuovo strumento fiscale per le piccole attività, che offre tasse bloccate per due anni. Tali soggetti giuridici avranno, assieme al Fisco, una stima di un certo imponibile, che rimarrà fisso per i successivi due anni e su cui verranno calcolate le tasse dovute. Anche se nel periodo in oggetto vi saranno, quindi, ricavi più alti o più bassi, non ci saranno “sorprese”.

Sarà la stessa Agenzia delle Entrate a proporre tale misura alle piccole aziende ed alle piccole Partite Iva. Questo avverrà in base ai dati che sono a disposizione sull’attività economica, per aiutare il contribuente. Verranno analizzati i dati della fatturazione elettronica, nonché degli scontrini telematici. Il concordato preventivo biennale potrà riguardare IRPEF, IRES oppure IRAP, cioè sia le imposte che colpiscono il reddito personale, che quelle che riguardano il reddito di impresa e delle attività produttive. Non vi rientra, invece, in questo calcolo l’IVA, che continuerà ad essere versata con le normali procedure. 

Concordato obbligatorio o facoltativo?

Aderire al concordato preventivo biennale sarà del tutto facoltativo: non ci sarà, infatti, nessuna obbligatorietà da parte dell’Agenzia delle Entrate. Le aziende potranno scegliere se aderire o meno, a seconda della loro specifica convenienza. Si tratta di un qualcosa di estremamente conveniente per le aziende, soprattutto se queste prevedono un incremento di fatturato, poiché per effetto della misura non vedranno aumentare le tasse per i successivi due anni. Se, invece, è prevista una riduzione di fatturato, probabile che il concordato preventivo biennale non convenga troppo e che sia meglio pagare quanto dovuto in base agli effettivi ricavi. Da considerare, inoltre, come nel biennio in questione, se si accetta di partecipare al concordato preventivo, non verranno effettuati controlli fiscali di alcun genere. 

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La misura non andrà ad incidere sugli adempimenti comunicativi e dichiarativi. I contribuenti, infatti, avranno comunque come obbligo quello di presentare la dichiarazione dei redditi indicando il reale fatturato, nonostante il concordato con il fisco. 

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